Star dietro a Wayne Coyne e i suoi Flaming Lips è sempre stata impresa piuttosto ardua. Un’impresa che negli ultimi anni è divenuta addirittura titanica, con la band immersa in mille cose diverse: tributi, cover, album, ep, collaborazioni, colonne sonore, progetti video, Amanda Palmer, altri progetti, roba, altra roba, tanta roba. Non si fermano un secondo, tanto che qualcosa finisce sempre per sfuggire. Non sfugge, però, questo The Terror, tredicesimo capitolo della saga psichedelica più pop della storia. Il lavoro è di quelli ispirati, senza mezza termini. Non che gli altri tasselli della produzione della band non lo fossero, ma “The Terror” si fregia di una chiarezza – per quanto si possa usare questo termine riguardo i Flaming Lips – che spiazza chi ha ben fissata in mente la passata discografia degli americani.
Della schizofrenia compositiva di casa Coyne, che tanti proseliti ha fatto nel corso degli ultimi trent’anni, non ci restano qui che vaghe riminiscenze, riscontrabili in quei momenti in cui la band mette mano ai synth per tirarne fuori gorgheggi elettronici da fine del mondo. Per il resto è ciò che non ti aspetteresti mai da loro: nel senso che il lavoro ha in sé la forma dell’album e non quella della lunga suite psichedelica tanto cara ai Flaming Lips, ogni traccia vive di vita propria e il mood cambia sensibilmente nel passaggio dall’una all’altra. I brani, grazie anche a questa loro “indipendenza”, non stancano neanche quando i loop strumentali si fanno serrati e oltremodo ripetitivi.
Discorso che non vale per la destabilizzante You Lust, uno di quei pezzi che anche dopo numerosi ascolti non riesci a capire bene che effetto t’ha fatto: tredici minuti di assoluta divagazione, affrontati in compagnia dei Phantogram, quotato duo elettronico che ha più di qualcosa in comune coi Flaming Lips. Inoltre, “The Terror” è l’album della band che fin qui si discosta maggiormente da quei riferimenti classici (sì, i Pink Floyd, occorre citarli) che avevano sempre rappresentato le coordinate spazio-temporali dei Flaming Lips, il che fa perdere l’orientamento anche a noi.
Dal punto di vista tematico, poi, a partire dal titolo dell’album e passando per ciascuno dei brani in esso contenuti, non c’è un filo di luce che sia uno, in barba all’assolato e sgargiante artwork dell’album. C’è straniamento (date un orecchio a Try To Explain), c’è – banalmente – terrore, c’è violenza, c’è morte e c’è un’aggrovigliata spirale emotiva che s’avvolge e s’accartoccia su se stessa tanto da renderne indistinguibile l’inizio e la fine. “The Terror” è un lavoro che allarga ancora un po’ i già vastissimi confini del sound made in Flaming Lips, concettualmente elaborato e per nulla banale nonostante l’apparente facilità di fruizione. Centro, di nuovo.
(2013, Bella Union / Warner)
01 Look… The Sun Is Rising
02 Be Free, A Way
03 Try To Explain
04 You Lust
05 The Terror
06 You Are Alone
07 Butterfly, How Long It Takes To Die
08 Turning Violent
09 Always There, In Our Hearts