Gentlewoman, Ruby Man ha degli innegabili punti di forza ma anche delle evidenti debolezze. Fra i primi ci sono ovviamente da annoverare le prove vocali dei due, che hanno saputo cogliere il momento giusto di ciascun pezzo in cui prestare l’una o l’altra. E poi la scelta dei brani, davvero varia e trasversale: gran parte della tracklist strizza l’occhio a grandi classici, dalla Grease dei Bee Gees alla Suzanne di Leonard Cohen, passando per Sunday Morning dei Velvet Undergroung (in cui Flo rende al meglio) e Govindam di George Harrison o altri meno scontati come Looking For You di Nino Ferrer ed Everybody Loves The Sunshine di Roy Ayers (un jazz-funk in cui per l’unica volta le voci dei due si fondono davvero). Ma c’è anche uno sguardo al contemporaneo, con Look At What The Light Did Now di Little Wings e la Thinking Bout You di Frank Ocean, e persino all’attualità con The Colour In Anything di James Blake, brano fresco giusto di qualche mese.
Come si diceva, le interpretazioni dei due convincono, White si prende tutte le sfumature più profonde (ottimo in Suzanne) mentre Morrissey quelle in senso opposto. Ma le rivisitazioni operate, nonostante un certo mood sintetico comune che prova a fungere da collante, non stupiscono perché ci mettono molto poco del loro (solo in Grease l’arrangiamento fa un attimo sobbalzare dalla sedia), limitandosi a svolgere il compitino.
Certo l’originalità non è da ricercare in un album di cover che, per sua natura, punta ad altro, ma uno sforzo maggiore verso reinterpretazioni più personali avrebbe sicuramente giovato. Il disco, così, non va oltre la dimensione di sottofondo di una serata fra amici, un sottofondo piacevole, a tratti anche molto piacevole, ma poco altro.
(2017, Glassnote)
01 Look At What The Light Did Now
02 Thinking Bout You
03 Looking For You
04 The Colour In Anything
05 Everybody Loves The Sunshine
06 Grease
07 Suzanne
08 Sunday Morning
09 Heaven Can Wait
10 Govindam
IN BREVE: 2,5/5