Elaenia anziché perdersi nelle ristrettezze dello spezzettamento di una tracklist, congiunge perfettamente le varie anime del progetto Floating Points e del suo deus ex machina: la formazione classica e la passione per computer e sintetizzatori, l’approccio matematico del neuroscienziato (attività diurna di Shepherd) e quello carnale dell’appassionato di soul e jazz, l’house e la tradizione rivisitata in chiave moderna, il digitale e l’analogico. Un pastone ben amalgamato in cui, però, ciascun ingrediente risulta chiaramente distinguibile dagli altri.
Il discrimine positivo è la classe con cui Shepherd si districa nel magma sonoro partorito dalla combinazione fra il flusso sintetico del suo programming e quello imprevedibile dei musicisti con cui ha collaborato. L’ostica opener Nespole che pare sempre sul punto di esplodere ma alla fine resta sempre lì nel limbo e noi con lei, il piano spaziale della title track, il crescendo di Argenté che s’infrange nei sottili e ficcanti beat di Thin Air, gli eleganti archi di For Marmish e la sezione ritmica più marcata e nervosa della conclusiva Peroration Six, aspetti diversi di uno stesso metodo compositivo. Un lavoro di filtro e sintesi, quello operato da Shepherd, che trova apice e concretizzazione nella lunga e tripartita Silhouettes (I, II & III), quasi undici minuti in cui ogni elemento trova la sua precisa collocazione, solo apparentemente frutto del caso e dell’improvvisazione.
L’alchimia che ne viene fuori finisce così per trascendere i generi e soddisfare le più disparate esigenze d’ascolto, circostanza non di poco conto che fa di “Elaenia” uno dei migliori esordi degli ultimi anni in ambito elettronico e che conferma Floating Points fra i nomi da tenere maggiormente sotto controllo da qui in avanti.
(2015, Pluto)
01 Nespole
02 Silhouettes (I, II & III)
03 Elaenia
04 Argenté
05 Thin Air
06 For Marmish
07 Peroration Six
IN BREVE: 4,5/5