Saint Cecilia è un Extended Play dal sapore agrodolce. Rilasciato esattamente dieci giorni dopo i brutali eventi che lo scorso 13 Novembre hanno sconvolto la città di Parigi e il mondo intero, quest’uscita della band capitanata da Dave Grohl vuole essere – a detta dello stesso frontman – “un inno alla vita e alla musica”, un momento di condivisione e raccolta, con la speranza che esso porti “almeno un po’ di luce in questo mondo a volte così oscuro”.
Durante la prima metà di Ottobre i Foo Fighters si ritrovano ad Austin per registrare l’EP, a quasi un anno di distanza dalla release dell’ultimo disco “Sonic Highways”, testimonianza concreta di un’impareggiabile e quasi ossessiva voglia della band di continuare a esprimere se stessa, nella maniera più semplice possibile, ovvero facendo musica.
Cinque sono i pezzi della tracklist e ognuno di essi esemplifica al meglio i diversi stili e metodi di composizione che hanno contraddistinto la band statunitense nei lavori in studio. Il pezzo che apre le danze è l’omonimo Saint Cecilia: intro in sordina, accenno al prossimo ritornello, breve special musicale e strofa che sfocia nel classico ritornello sing along à la Foo Fighters, ciò che si potrebbe definire il vero e proprio marchio di fabbrica della casa.
Sean invece rappresenta l’incipit di un’ardente doppietta punk rock che si conclude con la successiva Savior Breath, con un Dave Grohl che sfodera tutta la sua maestria e abilità nell’alternare performance vocali melodiche a growl da mille e una notte. Il tiro viene smorzato dalla calma, quasi serafica, dell’unico pezzo “lento” dell’EP, la ballad Iron Rooster, per poi esser nuovamente portato agli eccessi dal pezzo di chiusura The Neverending Sigh, che racchiude in sé tutti gli elementi del pezzo rock per antonomasia, con una prova eccelsa di Taylor Hawkins alla batteria e le tre chitarre mai tanto in armonia come questa volta.
Non sarebbe giusto identificare un’intera band con il singolo, ma in questo caso è d’obbligo una menzione speciale al carisma e all’immensa capacità comunicativa del paladino indiscusso di una nuova era di rocker, Dave Grohl, colui che dopo aver raggiunto l’apice del successo con una band come i Nirvana decide di reinventarsi chitarrista e cantante, componendo la bellezza di otto dischi e quest’ultimo “Saint Cecilia”, omaggio alla musica ma soprattutto a due concetti mai banali come “la vita e l’amore”.
(2015, RCA)
01 Saint Cecilia
02 Sean
03 Savior Breath
04 Iron Rooster
05 The Neverending Sigh
IN BREVE: 3,5/5