Ve lo sareste mai immaginato Charles Thompson alias Black Francis alias Frank Black in camicia di flanella con tanto di cappello di paglia e protezione da apicoltore mentre lavora i campi di una sperduta fattoria? No vero? Allora provate a farlo ascoltando il decimo album della sua carriera solista, Chatolics inclusi, e tarderete a farvi convinti che si tratti dello stesso folletto che qualche anno addietro ha cambiato le regole del rock con i suoi Pixies. Bucolico a partire dal titolo, Honeycomb è stato registrato in soli quattro giorni a Nashville, da un organico di musicisti per ciascuno dei quali andrebbero spese almeno quattro pagine cartacee di note: alle chitarre Steve Cropper (Booker T. & the MG’s), Buddy Miller (Emmylou Harris) e Reggie Young (Elvis Presley), alla batteria Anton Fig (Bob Dylan), Chester Thompson (Genesis, Frank Zappa) e Billy Block, al basso Akil Thompson e David Hood (Aretha Franklin, Paul Simon, Traffic), e alle tastiere Spooner Oldham (Aretha Franklin). E’ merito di costoro, e chiaramente di un Frank Black in grandissimo rispolvero (da tempo non si sentiva la sua voce tanto attenta e concentrata nel seguire i tratteggi melodici, ndr), se l’album ha un suono così “storico-seminale”: una garbata ed affascinante fusion di generi che va dal rock dylaniano di I burn today al cool jazz di Another velvet nightmare, passando per la folkeggiante Sing for joy fino all’episodio più bostoniano del long play, My life is in storage, senza dimenticare le coraggiose quanto riuscite reinterpretazioni dei brani di Elvis (Song of the shrimp) e Dan Penn (Dark end of the street). Disco che idealmente va ascoltato di notte a cielo aperto davanti ad un fuoco, in pieno stile country, magari mangiando fagioli e timorosi dei serpenti nascosti sotto le rocce, “Honeycomb” non otterrà di certo la prima pagina delle riviste musicali né verrà consegnato agli archivi come capolavoro, semplicemente andrebbe acquistato e custodito nella fila meno polverosa della vostra collezione, quella che ha sempre uno spazio libero perché il cd è lì, dentro lo stereo. Da non interpretare come antipasto del prossimo ipotetico “nuovo” album dei rinati Pixies.
(2005, Back Porch Music)
01 Selkie bride
02 I burn today
03 Lone child
04 Another velvet nightmare
05 Dark end of the street
06 Go find your saint
07 Song of the shrimp
08 Strange goodbye
09 Sunday sunny mill valley groove day
10 Honeycomb
11 My life is in storage
12 Atom in my heart
13 Violet
14 Sing for joy
A cura di Vittorio Bertone