Che non si dica che non eravamo stati avvisati. Perché, già in tempi non sospetti (ovvero a metà 2008), il vocalist Alex Kapranos aveva confermato le indiscrezioni secondo cui il nuovo album dei suoi Franz Ferdinand avrebbe segnato un cambio di rotta sostanziale verso atmosfere da dancefloor. Non che la band scozzese avesse mai lesinato il proprio apporto quando s’era trattato di far ballare, dato che praticamente ogni singolo dato in pasto alle tv musicali è finito per direttissima nelle scalette dei dj-set alternativi. Ma effettivamente in questo Tonight: Franz Ferdinand, terzo lavoro in studio per i quattro di Glasgow, ciò che salta immediatamente all’orecchio è proprio una voglia sfrenata di mutare pelle, mollando in larga parte gli arrangiamenti in stile Pavement per fare un deciso passo indietro (o avanti, a seconda dei punti di vista), rivolgendosi ad insegnamenti seventies ma anche e soprattutto eighties. E così, le chitarrine impertinenti dell’omonimo esordio della band e del successivo “You Could Have It So Much Better”, si fanno qui da parte per lasciare il centro del palcoscenico ad un binomio assolutamente nuovo per i Franz Ferdinand. Ovvero l’elettronica in perfetto stile disco che la fa da padrona in brani come Lucid Dreams (ossessiva nei suoi quasi otto minuti) e Dream Again, a testimonianza di come il trascorrere delle primavere abbia fatto venir voglia di dimenarsi a Kapranos e soci. E poi il basso pulsante, che si prende una bella rivincita sullo strumento principe di ogni band che si rispetti (la chitarrina impertinente di cui sopra), forgiando indelebilmente ogni traccia di questo nuovo lavoro. E contribuendo in maniera prepotente al substrato funky di Turn It On, No You Girls o Can’t Stop Feeling (questo uno dei pezzi più interessanti del lotto), esempi perfetti del nuovo corso di una band che, sovvertendo le odierne regole del mercato discografico, ha lasciato trascorrere ben quattro anni prima di ripresentarsi sugli scaffali dei negozi. Quattro anni serviti evidentemente non a mettere in piedi chissà quale capolavoro, ma sicuramente a trovare nuovi spunti e fonti di ispirazione. In realtà il singolo scala classifiche che getta uno sguardo sui trascorsi della band c’è sempre (Ulysses), così come un episodio più classico che, posto a conclusione, riconcilia la quiete (Katherine Kiss Me). Ma nonostante ciò, è chiaro lo sforzo degli scozzesi nel ricercare e perseguire le proprie inclinazioni del momento, votandosi sì sempre al revival ma allargandone lo spettro ad altre contaminazioni.
(2009, Domino)
01 Ulysses
02 Turn It On
03 No You Girls
04 Send Him Away
05 Twilight Omens
06 Bite Hard
07 What She Came For
08 Live Alone
09 Can’t Stop Feeling
10 Lucid Dreams
11 Dream Again
12 Katherine Kiss Me
A cura di Emanuele Brunetto