Ne è passato un botto di tempo da quando Huey cantava di Barry White che gli salvava la vita… o di quando diceva “quando Tarantino ci considererà perfetti per la musica dei suoi film, ci riprenderemo i nostri soldi con gli interessi”. In questo luuungo intervallo sono passati in mezzo tre batteristi, comparsate in serie tv e film, beghe legali con la EMI Records e qualche albumuccio non proprio esaltante; è passato, e c’è da dirlo, anche il singolo più venduto della loro carriera, il supercool “Loco”, come sempre condito da video tarantiniano e fighe in costume. I newyorkers per eccellenza si sono anche spostati in terra d’Albione, dove sono sempre stati più amati che in terra natia (“nemo propheta in patria sua”, diceva qualcuno), giusto perché Huey vorrebbe fare la comparsa in EastEnders, ma “They keep yanking my chain. Like if they want a free extra,that means I am saving them a couple of hundred quid. I just don’t know why they don’t say”. Ma sul serio, il problema è stato forse la EMI, quella che aveva tolto il “Fun” nel loro prezioso mix, il cattivo dei cartoni animati, i greedy motherfuckers, per dirla come direbbe Huey… quelli che non hanno capito che sta cambiando tutto, quelli che si comportano come i cardinali perfettamente raffigurati da Luigi Magni in “In nome del Papa Re”, quelli che condannavano Monti e Tognetti, ai quali un superbo Manfredi urlava “quando cambiano i tempi, ottimi padri, cambia anche il modo di vedere le cose, e cambia la morale sulla quale si fonda la legge”. E così, mentre i Cardinali della EMI condannano a morte il file sharing, il popolo trova modi per “far zompà li soldati”, con la benedizione di Huey/Mandredi che ci dice “I’ve always believed that music should be free. I am a big supporter of file sharing, and all that kind of stuff. It has got to the point of why fight it? It is like trying to fight a tsunami”. E ripartono da Londra, con una etichetta indipendente (la loro Kilohertz, distribuita dalla Sanctuary), con l’entusiasmo di “Come Find Yourself” e con l’unico, esclusivo, sano desiderio che dovrebbero avere dei musicisti: divertirsi e far divertire. Qui c’è il solito delirante connubio di rock, funky, hip hop (hip hop d’altri tempi, non la fetenzia che siamo costretti ad ascoltare al momento… “bimba bambina trombami in cantina mentre tua nonna spara a due ladri in cucina”) e acid jazz, con una spruzzata d’archi che fa molto Donna Summer nel singolo Classic Fantastic. Huey e soci mischiano tutto ciò che amano senza stare troppo a ragionarci, senza intellettualismi, senza pretesa alcuna di fare altro se non buona musica… e finisci per ritrovarti nel calderone il Jimi Hendrix di Jimi Choo (citazione non troppo nascosta di “Power Of Soul”), il funky di We, The Three e addirittura il lounge (molto Yuji Ohno, per la verità) di Rewind… e ti sembra la cosa più naturale del mondo. Il basso, i fiati e le tastiere del buon Fast sono spesso la solida base di ogni pezzo, anche se a volte i riff di Huey prevalgono, come accadeva agli esordi, mentre la produzione di Tim Latham ci riporta ai tempi dei De La Soul. Un disco maledettamente COOL, senza essere HIP: probabilmente non sentirete cori entusiastici di recensioni, probabilmente non lo vedrete tra le classifiche dell’anno né dei più venduti, né dei migliori album (che, per inciso, è uno dei concetti più ridicoli che si possano concepire) del 2010… ma probabilmente, senza saperlo, è esattamente ciò di cui avete bisogno.
(2010, Kilohertz)
01 Mars
02 Classic Fantastic
03 The Originals
04 She Sings At The Sun
05 Keep On Yellin’ (featuring Roots Manuva)
06 Jimi Choo
07 El Malo
08 Conversations With Our Attorney (featuring Paul Kaye)
09 We, The Three
10 How Low?
11 Mister Sun
12 Rewind
13 Get Your Coat
A cura di Nicola Corsaro