Il minimo sindacale che si richiede a una band che manca dalle scene per sette anni è che il tempo abbia aggiunto qualcosa alla loro proposta, o quantomeno che certe debolezze siano state smussate. I Gang Gang Dance non rientrano nella casistica, visto che questo Kazuashita riprende da dove li avevamo lasciati con “Eye Contact” (2011), ovvero da una world music 3.0 in cui il sopravvento ce l’hanno i synth, vedi esempi emblematici come J-TREE o Young Boy (Marika In Amerika). Il problema è ancora una volta la monca ambizione pop del trio, obiettivo quasi centrato in una Lotus che si rivela però un fuoco di paglia che si spegne lentamente nel solito marasma confusionario dei Gang Gang Dance, quello che tanti ritengono genialità e tanti altri cattivo gusto. La verità sta probabilmente nel mezzo, così com’è nel mezzo la valutazione complessiva del disco.
(2018, 4AD)
01 ( infirma terrae )
02 J-TREE
03 Lotus
04 ( birth canal )
05 Kazuashita
06 Young Boy (Marika In Amerika)
07 Snake Dub
08 Too Much, Too Soon
09 ( novae terrae )
10 Salve On The Sorrow
IN BREVE: 2,5/5