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Geordie Greep – The New Sound

Chi ha avuto la fortuna di vedere dal vivo i Black Midi, oltre ovviamente ad averne ascoltato la produzione discografica, conosce perfettamente lo schizofrenico approccio che la formazione inglese ha sempre usato per esprimersi, dove improvvisazione e calcolo matematico s’inseguono senza mai raggiungersi e alternandosi di volta in volta alla conduzione del gioco. Da qualche tempo i Black Midi si trovano in una pausa a tempo indeterminato, ma Geordie Greep, che di quel combo era (sarà ancora?) l’elemento trainante, non è stato affatto con le mani in mano, tanto da ritrovarcelo già adesso fuori con questo The New Sound, il suo esordio da solista.

Partito da ciò che costituiva la proposta dei fenomenali Black Midi, e non poteva essere altrimenti, Greep in compagnia di una trentina di musicisti e collaboratori − avete letto bene, una trentina − presi in giro per il mondo ha lasciato scorrere letteralmente in totale libertà il suo flusso creativo, elaborando e portando all’estremo la formula che gli era già valsa ovazioni con i Black Midi. La forma free jazz di album come il sorprendente “Hellfire” (ultimo lavoro della band datato 2022) Greep la prende e la rimastica più e più volte, tenendo fermi a tratti un paio di punti di riferimento (vedi l’iniziale Blues che è un bel gancio col passato recente di Greep) ma andando poi da tutt’altra parte.

È il caso dell’emblematica seconda traccia Terra e di Bongo Season (che già dal titolo tradiscono le intenzioni), oppure del singolo Holy, Holy, infarcite come sono di latinismi che Greep è andato a pescare direttamente in Sudamerica, dove ha collaborato con musicisti locali proprio per mettere a punto parte dei brani contenuti nel disco. A volte il passo latino si fonde col prog e la psichedelia marcatamente sixties, come nel caso della title track o degli oltre dodici frastornanti minuti di The Magician, una piccola opera pronta per i teatri tanti sono i cambi d’abito al suo interno.

E poi gli sperimentalismi racchiusi in Walk Up, con una rockeggiante parte centrale in cui Greep ci dà sotto con la chitarra, Motorbike che è progressive allucinata (e in cui Geordie collabora con Seth Evans degli HMLTD), gli impulsi orchestrali di Through A War e As If Waltz e poi percussioni che s’accavallano, pianoforti sbilenchi e chi più ne ha più ne metta. Il tutto accompagnato dalla performance vocale − e dai testi, ironici e crudi al tempo stesso − di Greep, che passa dai vocalizzi allo spoken come niente fosse, trasformandosi in uno strumento fra gli innumerevoli strumenti.

“The New Sound” è un lavoro estremamente luminoso, tanto per le vibrazioni che trasmette quanto per il modo in cui è stato tecnicamente realizzato, una luminosità i cui raggi si propagano senza soluzione di continuità e nelle direzioni più disparate, lasciando a Greep infinite vie da poter percorrere nel prossimo futuro, a seconda dell’identità che deciderà di assumere ad ogni successivo passaggio della sua carriera. E per un musicista di appena venticinque anni, con già una band acclamata come i Black Midi alle spalle, non è affatto poco.

2024 | Rough Trade

IN BREVE: 4/5