La band più calda degli ultimi anni, in Italia, è stata – con bassissimo margine d’incertezza – Il Teatro Degli Orrori. Vuoi perché con appena due album hanno segnato il rock nostrano dandogli nuova linfa, vuoi perché ciascun membro della band ha dimostrato di cavarsela egregiamente anche in solitario o con altri progetti. Vedi il frontman Pierpaolo Capovilla, ritornato di recente in pista con i suoi One Dimensional Man. Vedi Nicola Manzan, apprezzatissimo col moniker di Bologna Violenta. Vedi Giulio Ragno Favero, pure lui con i ODM ma anche con Zu e tanti altri. Vedi, adesso, il chitarrista Gionata Mirai, fresco di un esordio solista pubblicato proprio a pochi mesi di distanza da quello che sarà il terzo capitolo de Il Teatro Degli Orrori (previsto per inizio 2012). Un disco, il suo Allusioni, che colpisce immediatamente: in primis per la durata, venticinque minuti scarsi in totale, suddivisi in cinque tracce proposte, però, in un’unica soluzione. Scelta di forma piuttosto particolare, ma che rende benissimo l’idea “d’insieme” del lavoro. E poi per la natura stessa di queste composizioni: solo ed esclusivamente arpeggi chitarristici dal primo all’ultimo secondo. Banale, direte. E invece no, Mirai imbraccia una dodici corde acustica e spara una raffica di note in sequenza che si rincorrono incessantemente, in un continuo saliscendi che mantiene costante la tensione. Al contrario di quanto si potrebbe credere, “Allusioni” non è affatto un disco facile né tantomeno monotono, mette in risalto la sopraffina tecnica chitarristica del suo autore e fa apprezzare il coraggio di proporsi senza appiccicarci sopra una parola che sia una. Inoltre, se si considerano gli strati rumoristici che è in grado di mettere in piedi Mirai quando si esibisce nella dimensione band, stupisce ancor di più il delicato – ma deciso – fingerpicking con cui è interamente suonato l’album. Una piacevole sorpresa che conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, la bontà del progetto Il Teatro Degli Orrori.
(2011, La Tempesta)
01 Allusione #1
02 Allusione #2
03 Allusione #3
04 Allusione #4
05 Allusione #5
A cura di Emanuele Brunetto