Nonostante queste premesse, è davvero sorprendente come l’artista milanese (che oltre alla militanza negli Afterhours fu leader degli ottimi Sux!) sia riuscito a confezionare un album così brillante in un lasso di tempo così breve. La caratteristica principale del disco? Probabilmente il suono ruvido ma mai sporco, all’interno del quale le melodie emergono nella loro bellezza.
Ed è proprio questo il punto: al netto di tutti i sacrosanti discorsi riguardo la fase preparatoria dell’album, rimane il fatto di trovarsi davanti ad un lavoro in studio ben confezionato e con una densità di qualità innegabile. Tanti i momenti da ricordare: il trascinante ritornello di Tu sei l’onda, l’irresistibile riff finale di Più vicino e la forza del primo singolo Venga il mio regno ci consegnano infatti un rock tirato e convincente, cosa non tanto frequente nel panorama italiano.
Non da ultimo va segnalato l’eccellente artwork con il quale Ciccarelli ha voluto effettivamente dare un valore aggiunto all’album nel suo formato fisico (tredici disegnatori di fumetti coinvolti, più il fondamentale apporto di Tito Faraci: mossa intelligente in un periodo in cui Spotify spopola). Nonostante vada per i 49 anni è dunque lecito parlare di esordio solista più che promettente: il coraggio di rimettersi subito in gioco è stato premiato.
(2015, XXXV)
01 Venga il tuo regno
02 Tu sei l’onda
03 La quadratura del cerchio
04 Le cose cambiano
05 Più vicino
06 Non puoi tradire un amico
07 Trasparente
08 Questo sì che sarà un no
09 La tua prigione
10 Amore: è una parola
11 La vita in generale
12 Non c’è risposta
IN BREVE: 3/5