Venti lunghi anni di carriera e cinque album in costante ascesa qualitativa hanno consacrato i Gojira tra le menti più illuminate del panorama pesante europeo. I fratelli Joe e Mario Duplantier (rispettivamente voce/chitarra e batteria) e il chitarrista Christian Andreu sono volati negli Stati Uniti per realizzare quello che, a tutti gli effetti, è il loro capolavoro assoluto.
La sesta prova della band di Bayonne, Francia, rispecchia fedelmente il titolo, Magma. La tracklist è un flusso lavico in cui ribollono sofferenza, depressione, disperazione, il tutto rielaborato con una sensibilità melodica fin qui mai così dominante. Ciò non equivale a una svendita della propria identità ai demoni del mercato bensì un’evoluzione coerente e matura che genera un sound granitico, un muro sonoro spesso e muscolare.
I singoli che avevano funto da trampolino per la promozione dell’album mettevano subito le cose in chiaro, Stranded col suo incedere caterpillar che però si apre a una coda immaginifica, Silvera così brutale ed epica al tempo stesso. I Gojira non abbandonano i riff terzinati e le andature pachidermiche e si lanciano in superbi voli pindarici che strizzano l’occhio al grunge: la title track è un mammuth soundgardeniano arricchito da un tema di chitarra ammaliante, in Low Lands appaiono gli Alice In Chains invaghiti dello space rock.
“Magma” viaggia quindi su due binari paralleli, il tecnicismo e l’accessibilità generando brani incredibili e personali, una volta per tutti emancipati dai dettami meshuggahiani di cui la band ha sempre fatto sfoggio. Più linearità senza perdere in cinismo e complessità, più melodia senza cedere un grammo d’impatto, un disco equilibrato ed emozionante che è un fondamentale bivio, non solo per i Gojira. Qui ci sono tutti i crismi del disco heavy dell’anno.
(2016, Roadrunner)
01 The Shooting Star
02 Silvera
03 The Cell
04 Stranded
05 Yellow Stone
06 Magma
07 Pray
08 Only Pain
09 Low Lands
10 Liberation
IN BREVE: 4,5/5