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Graham Coxon – The Spinning Top

Cominciamo da un elemento assolutamente secondario rispetto al contenuto, ovvero la copertina di questo The Spinning Top: una semplicissima figura di donna stilizzata su sfondo color avorio. Suggestiva nella sua linearità. Bene, anche questa è opera di Graham Coxon, uno che oltre a suonare (egregiamente) la chitarra, sa il fatto suo anche quando si ritrova fra le mani altri strumenti, scrive racconti e composizioni di vario genere e, per l’appunto, disegna e dipinge. Il che la dice lunga sulla cifra artistica del personaggio in questione. Già in tempi non sospetti infatti, ovvero con i suoi Blur ancora insieme, Coxon aveva cominciato l’avventura da solista, dimostrando di avere qualcosa da dire anche fuoriuscendo dalla dimensione band. Da quel “The Sky Is Too High” del 1998, acqua sotto i ponti del buon Graham ne è passata parecchia, ha litigato con l’amico/nemico Damon Albarn ponendo così (momentaneamente) fine alla parabola dei Blur, ha collaborato con numerosi altri artisti affinando dove possibile il proprio estro, ed ha pubblicato – proprio con “The Spinning Top” – la bellezza di sette album a propria firma in appena undici anni. In verità non ogni brano è degno di nota, ma per album che non presentano mai meno di dodici tracce ci sta anche qualche episodio minore. Cosa che non accade nella sua nuova creatura, concepita come un lungo percorso (ben quindici brani) che attraversa la vita di un uomo dalla nascita alla morte. Quindi non canzoni gettate lì come meri riempitivi, ma veri e propri tasselli di un progetto concettuale. Ma, a parte il filo conduttore che lega l’album, “The Spinning Top” è la dimostrazione tangibile di ciò che meglio riesce a Coxon: unire il vecchio al nuovo rendendo il tutto uniforme. Perchè ci sono omaggi a maestri come Nick Drake (nell’opener Look Into The Light, in This House, in Far From Everything ed in svariati altri punti del disco) ed in generale un po’ a tutto il cantautorato made in England. Ci sono accenni folk-country in Perfect Love (con tanto di venature latine), nella lunghissima In The Morning (oltre otto minuti) e nel singolo Sorrow’s Army. Ma, allo stesso tempo, Coxon non perde occasione di sperimentare con l’elettronica e gli effetti in brani come Dead BeesCaspian Sea o la conclusiva November. Sarà dunque che la recentissima reunion dei Blur è riuscita in qualche modo a dargli ulteriore verve e slancio creativo, ma sta di fatto che il quarantenne Coxon del 2009 è cantautore dotatissimo e di spessore. E noi non possiamo che sfregarci le mani nell’attesa che Graham e Damon diano vita ad un nuovo capitolo della saga Blur.

(2009, Transgressive)

01 Look Into The Light
02 This House
03 In The Morning
04 If You Want Me
05 Perfect Love
06 Brave The Storm
07 Dead Bees
08 Sorrow’s Army
09 Caspian Sea
10 Home
11 Humble Man
12 Feel Alright
13 Far From Everything
14 Tripping Over
15 November

A cura di Emanuele Brunetto

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