Ringalluzziti dalla serie filologica di ristampe operata dalla Fire Records di James Nicholls, gli Half Japanese sfornano il terzo album in quattro anni, Hear The Lions Roar. Ormai lasciate alle spalle le origini, la totale, rivoluzionaria follia che Jad Fair e suo fratello David concretizzarono nello straordinario debutto (l’unico debutto su triplo LP che ci venga in mente), Jad continua a dirigere la propria band verso un solido alternative rock che non sorprende ma intrattiene.
Anche l’ideologica repulsione per le chitarre accordate e la competenza tecnica è ormai andata: ciò che è rimasto è il caro, vecchio (eh, a sessantadue anni possiamo ormai dirlo) Jad Fair, che guida la sua band con la consueta narrativa semi-cantata con un nevrotico parlottio nasale che ormai è un marchio di fabbrica da quasi quarant’anni.
Questa collezione di tredici pezzi probabilmente non sorprenderà nessuno, dicevamo, vuoi perché l’influenza di Fair sul mondo del rock ha reso quasi normale la sua legittima stranezza, vuoi perché struttura, suono e dinamiche dei pezzi non sono niente di sperimentale o innovativo. Solo del sano, amabile, gustoso rock’n’roll, meno furioso del ritorno nel 2014 con “Overjoyed” ma niente affatto domo. Di questi tempi, non è cosa da tutti.
(2017, Fire)
01 Wherever We Are Led
02 Attack Of The Giant Leeches
03 Here We Are
04 It Never Stops
05 Of Course It Is
06 On The Right Track
07 The Preventers
08 Hear The Lions Roar
09 Do It Now
10 On Top
11 Its Our Time
12 This Is What I Know
13 Super Power
IN BREVE: 3/5