Fuori dai Neurosis, quella di Steve Von Till è sempre stata una continua ricerca del gancio tra presente e passato. Music For Megaliths, ritorno sotto la sigla Harvestman, non fa differenza: come gli altri capitoli del progetto, anche qui il punto di partenza è il folk ancestrale (The Forest Is Our Temple), ma il percorso di Von Till vira in modo più netto che in passato su suoni elettronici fatti di droni (Oak Drone), pulsazioni sintetiche (Ring Of Sentinels), derive ambient e space (Cromlech e Levitation, che è anche l’unico passaggio con voce, seppur in lontananza). Una discesa negli abissi che trova il suo culmine nel finale con Sundown e White Horse, scurissimi megaliti sonori immersi in distorsioni e delay. Come sempre quando c’è di mezzo Von Till, roba per coloro cui piace farsi tormentare.
(2017, Neurot)
01 The Forest Is Our Temple
02 Oak Drone
03 Ring Of Sentinels
04 Cromlech
05 Levitation
06 Sundown
07 White Horse
IN BREVE: 3,5/5