Paragonabile ad una leggiadra botta di metedrina, il progetto sonico omonimo degli Heron Oblivion, Meg Baird voce portante ed Ethan Miller e Noel Von Harmonson dei Comets On Fire, è gia – per questi personaggi – garanzia di volo in proprio senza propulsioni o spinte dal basso, si vola e basta, direzione il cosmo psichedelico a perdizione Seventies, di quello fradicio di folk lisergico, echi Nordici, una voce che ricorda una lontanissima Sonja Cristina dei Curved Air e riff di corde elettriche in preda a vapori THCizzati.
Sette tracce per sette canovacci multi-prospettici in cui gli Heron Oblivion dipanano eleganti ossessioni, occhi dilatati e armonici riverberi, una raccolta di sensazioni gommose che rimbalzano come bolle blu di una lava lamp.
Un disco in cui la componente lisergica abbaglia notevolmente sia l’ascolto che le rimembranze ed è qui che il progetto conferma la propria direttrice “out borders” che ha circuito pure la Sub Pop, etichetta in cerca sempre e comunque di band ad alto tasso di fantasia. Oriar, Sudden Lament, Faro e Your Hollows come “stupefacenti d’assaggio”, Rama per il “rinforzino” finale.
(2016, Sub Pop)
01 Beneath Fields
02 Oriar
03 Sudden Lament
04 Rama
05 Faro
06 Seventeen Landscapes
07 Your Hollows
IN BREVE: 4/5