Se Ypsigrock è considerato da anni il miglior festival indipendente italiano – per di più in un contesto non facile come l’estremo meridione italiano – qualche merito gli organizzatori dovranno pur averlo. Saper vedere lungo ed intuire le future tendenze musicali, ad esempio.
Facendo di necessità virtù, la scorsa estate hanno sostituito in zona Cesarini Kate Tempest e Micah P. Hinson con le spagnole Hinds, che nei mesi successivi hanno scalato le gerarchie del sottobosco indie, passando rapidamente dal grado di semisconosciute a quello di fenomeno musicale del momento, con un tour italiano alle porte. Tutto bene? Non proprio, perché ad ascoltare il loro debutto su larga scala – l’insufficiente Leave Me Alone – tutto questo hype sembra a dir poco ingiustificato. La loro proposta musicale, un garage pop nostalgico volutamente scanzonato e sguaiato, è ripetitiva, e non essendo accompagnata da chissà quali melodie è davvero poca cosa.
Qualche buon momento non manca, per carità (brani come Fat Calmed Kiddos, Easy, Warts e San Diego pur non eccellendo in nulla si fanno comunque ascoltare), ma un paio di riff graziosi e le buone capacità vocali delle ragazze iberiche non bastano a ribaltare il risultato dell’album, indigesto con le sue dodici canzoni in buona parte banali e poco riuscite.
Sarebbe dunque intellettualmente disonesto non insinuare un dubbio: se non fossero vincenti a livello d’immagine (un giovane band spagnola tutta al femminile, col look giusto, è un concetto che rappresenta a suo modo una ventata di freschezza) sentiremmo parlare delle Hinds, quantomeno in questa misura? Probabilmente no. Ma le mode passano e il tempo ci dirà presto se le quattro madrilene matureranno artisticamente o rimarranno un prodotto musicale ben confezionato ma con poche idee. In bocca al lupo.
(2016, Lucky Number)
01 Garden
02 Fat Calmed Kiddos
03 Warts
04 Easy
05 Castigadas En El Granero
06 Solar Gap
07 Chili Town
08 Bamboo
09 San Diego
10 And I Will Send Your Flowers Back
11 I’ll Be Your Man
12 Walking Home
IN BREVE: 2/5