Moses Brown, il leader indiscusso della formazione, esalta con rabbia il diniego e la depressione della società che circuita indifferente mentre il mondo va a pezzi, con voce stridula a metà tra un Lou Reed accusante in Cheerlessness e Leathernecks e un Iguana in vena di rompere qualsiasi cosa in Admit I’m Shit e I Am Living Death, un ritmo accusatorio e ribelle che arricchisce ulteriormente la scena neo-punk statunitense, una declinazione sonora che vuol ritornare a fare casino di quello sanguigno, di quello oltre bordo come risposta a un’America oramai in preda all’isterismo anche razzista, soprattutto quello.
Con i Mission Of Burma e vicini agli Husker Du come numi tutelari della loro elettricità concentrica, gli Institute si rivelano veramente sostanziosi, vibrano e tirano colpi che suonano come upper-cut frastornanti, prendi il fiatone di Cheaptime Morals o la danza quasi rituale di Christian Right, solo questi due brani portano l’inconfondibile atmosfera di chi proprio non ci sta a farsi fregare dal “sistema” a stelle e strisce, di chi con le armi del rock cerca la “guerra” sparando a raffica watt e rabbia. Siete più che avvisati.
(2015, Sacred Bones)
01 Perpetual Ebb
02 Admit I’m Shit
03 I Am Living Death
04 Cheerlessness
05 Interlude
06 Untitled
07 Leathernecks
08 Cheaptime Morals
09 No Billowing Wind
10 Christian Right
IN BREVE: 4/5