Jermaine Cole trova pochi eguali nell’industria del rap d’oltreoceano, nonostante in molti tendano a fare il parallelismo con Drake per la loro similitudine nel comporre versi che si avvicinano molto di più alle melodie dell’r’n’b che al rap più aggressivo. Inoltre, entrambi non hanno mai avuto timore nel mostrare i loro sentimenti e la parte più vulnerabile in un contesto fortemente machista.
La differenza con Drake, però, c’è: prima ancora delle riviste patinate e di qualche “diss” in pieno stile hip hop, J. Cole al contrario del collega ha sempre introdotto nei suoi testi anche una variabile politica e di denuncia e beneficiato delle proprie produzioni. J. Cole presta sempre particolare attenzione alle tracce d’introduzione, come la “Intro” di “2014 Forest Hill Drive” in cui si chiedeva se empiricamente potesse esistere la felicità. Anche in questo caso For Whom The Bell Tolls è un lento melodico in cui attraverso la fede e la speranza cerca di combattere la depressione, pregando che gli sia riservato un futuro migliore: “But what do you do when there’s no place to turn? / I have no one, I’m lonely my bridges have burnt down Lord, Lord”.
Deja Vu, oltre ad avere un sample di “Swing My Way” del duo K.P. & Envyi (per gli ascoltatori più attenti), sembrerebbe più un remix della fortunata “Exchange” resa famosa da Bryson Tyler, una delle maggiori promesse dell’r’n’b dell’anno appena trascorso. Quella che era nata come una disputa a suon di tweet su chi avesse creato originariamente il beat, ha visto vincere proprio J. Cole: Boi-1da, infatti, avrebbe prodotto il beat originale per il brano, che sarebbe dovuto rientrare nel precedente album.
Il rapper, pur essendo nato in Germania, ha vissuto la sua infanzia in North Carolina. Ville Mentality è infatti abbreviazione per Fayetteville, cittadina in cui è cresciuto e che ricorre spesso nei suoi testi: J. Cole sostiene che la propria città non deve essere vissuta come un posto temporaneo in attesa di una meta migliore, tutti cercano l’evasione pensando che il trasferimento sia necessario, quando invece la libertà deve essere ricercata all’interno di ognuno di noi. Fiducioso in tutto ciò, J. Cole ha voluto far ritorno a casa ma ha purtroppo subito lo spiacevole episodio narrato in Neighbors: la casa adibita a studio di registrazione per i membri della sua etichetta riceve visita da parte della S.W.A.T. che dava per presupposto che una villa abitata da persone di colore, in un quartiere prevalentemente bianco, avesse di certo a che fare con traffici illeciti: “The neighbors think I’m selling dope”.
She’s Mine Pt. 1 e She’s Mine Pt. 2 assumono una nota più emotiva che culmina in 4 Your Eyez Only: qui risulta palese ciò che s’intuisce velatamente in alcuni brani (ad esempio Immortal) e che viene spiegato nel documentario “Eyez”, ossia che l’intero album è in realtà visto e scritto dalla prospettiva di un caro amico di J. Cole sotto lo pseudonimo James McMillian, amico venuto presumibilmente a mancare a causa delle droghe. L’album non sarebbe quindi indirizzato ai fan di J. Cole ma, come promesso a James, vorrebbe essere un lascito, una sorta di lettera d’addio per la figlia.
Un secondo album in cui J. Cole non si serve dell’aiuto di nessun altro rapper come per il due volte platino “2014 Forest Hill Drive”, e di cui non si sente la mancanza considerando che il rapper è stato in grado di costruire un intero brano sul ripiegare i panni per la propria donna (Folding Clothes). Anche in questo caso Cole centra il bersaglio, dimostrando di avere un’intelligenza oltre la media (J. Cole ha un QI da Harvard), come sua prassi si dissocia dalle pratiche negative che troppo volte vengono glorificate nell’hip hop per cercare di elevare le ambizioni della comunità.
(2016, Dreamville / Roc Nation / Interscope)
01 For Whom The Bell Tolls
02 Immortal
03 Deja Vu
04 Ville Mentality
05 She’s Mine Pt. 1
06 Change
07 Neighbors
08 Foldin Clothes
09 She’s Mine Pt. 2
10 4 Your Eyez Only
IN BREVE: 3,5/5