Ama i Beatles e gli anni Sessante come pochi, ha 22 anni, inglese di Manchester e Sir Brian Eno che lo ha adocchiato da un po’. Si parla di James Holt, giovanotto spigliato e fuori quadra (nel senso creativo) che con questo nuovo EP, Sanguine On The Rocks, sbalordisce qualsiasi interrogativo nel campo dell’estrosità e originalità.
Un sei tracce in balance tra psichedelia, melodia, love songs e una personalità fresca e incisiva che non appena si mettono in moto vanno subito a postarsi sulle migliori preferenze d’ascolto. Disco sfacciato, che non si nasconde dietro a timidezze o tepori mezzani, immediatamente aggancia l’attenzione con brio e lucentezza, radiofonico da una parte e mid-vintage dall’altra, un felice mix di suoni e sicurezze stilistiche da ascoltare a loud in verticale.
Il contorcimento gipsy della title track, un McCartney assorto in And Then I Awake e chiazze di pop latino che strombazzano alla grande in The Mirror raccolgono una belle serie di apprezzamenti, fino a quando l’intimità romantica e slow di The Lost Boy No More arriva e ruba, in un sol colpo, tutti gli onori. Da tenere sottocchio.
(2016, James Holt Music)
01 The Mirror
02 Sanguine On The Rocks
03 Tears Aren’t Enough
04 Contemplations
05 And Then I Awake
06 The Lost Boys No More
IN BREVE: 3/5