Che Joan Wasser abbia talento ci sembra un dato di fatto inequivocabile. Lo ha dimostrato in anni di collaborazioni di prestigio con tutta una serie di artisti fra i più in vista del panorama mondiale, da Antony & The Johnsons a Nick Cave passando per Lou Reed, tanto per citarne alcuni fra i più illustri. Ma lo ha dimostrato soprattutto col suo esordio solista del 2006 (“Real Life”) quando, dopo aver assunto lo pseudonimo di “Police Woman”, s’è imbarcata in questa traversata in solitario che l’ha portata, esattamente due anni dopo, a To Survive. E’ evidente come Joan tragga spunto ed ispirazione (e non potrebbe essere altrimenti) da mostri sacri del cantautorato al femminile di ieri e di oggi: Joni Mitchell, Tori Amos e Lisa Germano in modo particolare. Ed è assolutamente chiaro come con “To Survive” (così come col suo debutto) non aggiunga proprio nulla ad una scena – quella al femminile – spesso bistrattata. Poggiandosi su queste premesse, è però d’obbligo affermare che comunque la Wasser piace. Piace il suo cantato soffice e (in)dolente che, sempre in primo piano anche quando sussurrato (Magpies), raggiunge apici emozionali altissimi (Hard White Wall). Piace l’uso che fa del suo strumento principe, il fedele pianoforte, a metà fra il ruolo di protagonista assoluto (Honor Wishes e To Be Lonely) e quello – non meno importante – di etereo accompagnamento (To Be Loved). Piacciono le contaminazioni, appena accennate, che percorrono i suoi brani: un po’ (forse più) di blues qua, una virata gospel là, soul quanta basta. Piace, infine, il suo modo di approcciarsi ai musicisti che di volta in volta la accompagnano nella stesura dei brani, Joan li fa sentire partecipi del processo creativo, rendendoli in questo modo parti integranti della sua musica piuttosto che mere apparizioni da ospiti; dev’essere stato così anche per l’ex Japan David Sylvian, ai cori nella traccia d’apertura, e Rufus Wainwright, vecchio amico con cui la Wasser aveva già collaborato in passato e che si ripresenta adesso per un duetto da brividi nella conclusiva To America. Quello di Joan As Police Woman è, in definitiva, un songwriting fresco che si fa ascoltare, e che soprattutto merita di essere ascoltato.
(2008, Reveal)
01 Honor Wishes
02 Holiday
03 To Be Loved
04 To Be Lonely
05 Magpies
06 Start Of My Heart
07 Hard White Wall
08 Furious
09 To Survive
10 To America
A cura di Emanuele Brunetto