Non smettere mai di stupire! Questo è il motto cui sembra essersi ispirato nella sua carriera musicale John Grant. Il musicista di Denver, ormai ritiratosi in Islanda, aveva abituato le nostre orecchie e il nostro cuore alle sue ballate calde in cui la sua meravigliosa voce faceva l’amore con le melodie lente e originali al pianoforte. Un meraviglioso amplesso che aveva lanciato Grant tra le stelle del cantautorato americano grazie ai suoi testi introspettivi, profondi e con un pizzico di sagacia.
A tre anni di distanza da “Grey Tickles, Black Pressure” (2015), Grant torna con un album rivoluzionario rispetto al suo stile precedente. Love Is Magic, questo il titolo del suo nuovo lavoro, è un disco più “colorato”, nostalgico e incredibilmente pop. Le sonorità ammiccano alla musica degli anni ’80, alla disco soft fatta di sintetizzatori che tanto sa di giacche con le spalline. È un elogio agli anni ‘70 e ’80, alle innovazioni di quel periodo che tanto stanno tornando in auge negli ultimi tempi. Le atmosfere dell’album spiazzano chi era abituato a tutt’altro genere di trattamento da parte del vecchio John Grant.
Invece, tra metamorfosi e inni all’amore, in “Love Is Magic” spiccano melodie cotonate ed elettronica old school in un piglio di ispirazione bowieana. Il Duca Bianco è, infatti, uno dei convitati di pietra dell’intero progetto musicale di Grant. Il voto nei confronti di Bowie si sente decisamente in alcuni brani come Is He Strange (dal punto di vista musicale probabilmente uno dei pezzi migliori dell’album), un citazionismo spudorato e assolutamente rispettoso dell’arte e dei protagonisti di quell’epoca musicale.
Non solo Bowie ma anche i Talking Heads di David Byrne sono tra i punti di riferimento evidenti del trasformato Grant, come testimoniato da He’s Got His Mother’s Hips. L’idea di Grant di voler pagare un tributo a ciò che ha reso la sua vita migliore spunta fuori non solo relativamente alle preferenze musicali, ma anche per ciò che riguarda la terra che lo ha accolto e dove si è rifugiato per affrontare la sua malattia, come dimostra l’intro in islandese di The Common Snipe.
“Love Is Magic” riafferma il talento cristallino di Grant che si conferma una punta di diamante musicale negli States, capace di sfornare un gran disco anche quando non si tratta propriamente della sua cup of tea. Certo, il richiamo a sonorità eighties capita in un momento storico in cui il riferimento è sin troppo usato e abusato ma, al di là di questo, si riconosce nel disco un buon progetto e chi sente di voler bene al buon John non smetterà di farlo dopo “Love Is Magic”.
(2018, Bella Union)
01 Metamorphosis
02 Love Is Magic
03 Tempest
04 Preppy Boy
05 Smug Cunt
06 He’s Got His Mother’s Hips
07 Diet Gum
08 Is He Strange
09 The Common Snipe
10 Touch And Go
IN BREVE: 4/5