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Karate – Make It Fit

Dov’eri vent’anni fa? In quel giorno là, in quel passaggio specifico della tua vita? Sembrano chiederselo i Karate. Vent’anni sono un lasso di tempo impressionante, Geoff Farina era un ragazzone dinoccolato dai capelli giallini e il naso sporgente, oggi è un uomo dalla cute in evidenza e qualche acciacco. Portarsi gli anni appesi alle spalle non è facile, ma i Karate sono sempre stati una band giusta, una cosa da fare, un suono da tutelare come un animale in via d’estinzione. È per questo che in questi anni qualsiasi cosa in più sarebbe stato, appunto, in più. È per questo che da quel lontano 2004 di “Pockets”, le strade di Farina, McCarthy e Goddard hanno tracciato percorsi circolari a girare su sé stessi ed evitarsi. Ed è per questo però che Make It Fit è un disco che è arrivato perché a portarlo è una motivazione forte.

Non ci si mette molto a riassaporare la passione di questi tre ex ragazzi dei club di Boston, dove il fumo di sigaretta si mescolava col blues e con qualche chitarra più tirata, dove il senso di musica granellata di polvere era sputato da amplificatori sbeccati agli angoli. Quel senso del lo-fi che sembra sempre più solo una figura in un libro di dinosauri, ma che rientra immediatamente sottocute al primo ascolto. “Make It Fit” non ha la rabbia dei migliori dischi dei Karate degli anni Novanta, né contiene il significato alcolico della protesta un po’ politica e un po’ sentimentale dei tempi migliori, però riesce a tenere acceso il fuoco del rintocco, della distensione melodica, dell’impennata isterica.

A tal riguardo, dopo i primi due pezzi piuttosto molli e mal riusciti (Defendants e Bleach The Scene), il disco è un continuo crescendo con canzoni fionda come Cannibals, ballate umorali come Liminal e Silence, Sound e blues ebbri come Rattle The Pips e Fall The Grace. Tutto il repertorio di questo trio innamorato delle onde che dalla cassa s’infrangono verso la parete per poi rinculare verso il bordo di una poltrona e ficcarsi dritto in pancia. No, non c’entra nulla il vintage. I Karate non sono tornati dopo vent’anni perché avevano bisogno di pagare l’affitto e non torneranno tra altri venti. Sono qui perché avevano voglia di suonare e di farlo ora. E noi saremo sotto ai loro palchi ogni volta che vorranno.

2024 | Numero Group

IN BREVE: 3,5/5