Danger Mouse, uno dei più importanti produttori e musicisti degli ultimi vent’anni (ricordiamo tra le sue collaborazioni i Black Keys e gli Sparklehorse, solo per citarne qualcuna), ha deciso di realizzare un disco con Karen O, già cantante dei newyorkesi Yeah Yeah Yeahs, mettendoci dentro tutte le sensazioni e i generi musicali che haattraversato nel passato più e meno recente.
Dal soul all’elettronica, per passare all’indie rock e finire con il trip hop, c’è veramente di tutto in questo progetto condensatosi in Lux Prima. Il risultato è decisamente positivo e la collaborazione ben assortita riesce a dar vita ad un caleidoscopio di suoni suadente ed emozionante. Le idee sono molto chiare sin dall’inizio. Infatti la title track e traccia d’apertura Lux Prima è una suite di nove minuti con una intro psichedelica floydiana, che diventa pop orchestrale nella seconda parte.
Il registro stilistico cambia decisamente con Ministry, qui siamo dalle parti dei Portishead (il beat utilizzato ce lo indica chiaramente). Il frullato sonico continua ancora con Turn The Light, bel groove in stile alt pop, a metà strada troviamo il lato rock con Woman, mentre Leopard’s Tongue richiama sonorità soul. Stupenda anche Redeemer, dal sound ammaliante e con la voce di Karen in primo piano che sembra fare il verso ai Morcheeba dei bei tempi.
Si arriva così alla perla dell’album: Reveries, ballad ipnotica con un arpeggio d’atmosfera e un minimalismo che è quasi un omaggio al folk rock di Cat Power. Il percorso non può non finire con una sterzata geniale del solito Danger Mouse, un pezzo trip hop, Nox Lumina, ricco di elettronica e con una oscura coda finale da urlo. Un album di classe dal fascino cinematico.
(2019, BMG)
01 Lux Prima
02 Ministry
03 Turn the Light
04 Woman
05 Redeemer
06 Drown
07 Leopard’s Tongue
08 Reveries
09 Nox Lumina
IN BREVE: 4/5