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Keeley Forsyth – Limbs

Si è già parlato su queste pagine di come “Debris”, primo passo in musica dell’attrice Keeley Forsyth, sia stato uno degli album più significativi del 2020. Una rivelazione chiaramente inattesa, pregna d’intensità e lirismo incastonati in una struttura fluida e insieme esile, incollata alla voce spiritica della cantautrice. Tutte caratteristiche che – stavolta senza sorpresa – si riaffacciano con la medesima potenza in questo secondo Limbs.

Il riferimento principe, ancora una volta, non può che essere rintracciato nel faro dell’ultimo Scott Walker, che si riaffaccia immediatamente nelle suggestive immagini di Fires. Save me from the chair where sadness lies. And I know – and I see there were fires here before me”. Il tono, come di consueto, è più abisseo che infiammato, più spettrale che materico. La salvezza, qui solo menzionata, viene invocata tuttavia con una certa veemenza nella più estroversa Bring Me Water, per poi fare nuovamente un passo indietro nei sussurri della title track, trainata da una percussione continua e distante.

Poche note di pianoforte aprono la porta al solito, compostissimo virtuosismo vocale dell’artista, che con Land Animal richiama quasi un’evocazione addensata delle nebbie à la Tim Hecker. L’enumerazione poetica di Blindfolded, tagliata da un violino e da un controcanto, giunge all’episodio più simile a una love song del lotto: Wash. Ma è il finale dell’opera a dare uno splendido commiato con due autentiche gemme. La prima è Silence, in cui i medesimi due versi (“My eyes are meant / My silence is intent”) incontrano per tre minuti una specie di nerissima Gymnopédie. La seconda, la gigantesca I Stand Alone.

Non è un caso che l’ultimo atto sia affidato a un pezzo quasi più tradizionale, certamente più stratificato e aperto, con un ritornello chiaro(scuro) in cui il dolore non trova conforto ma che indirizza, forse, un messaggio nella bocca dell’oceano – da un’isola sperduta. Sarà quest’isola il limbo, grande protagonista – in fondo – di tale ulteriore, magnifica prova? È probabile. Ma è certo invece che l’autrice ha fugato ogni dubbio rispetto a un suo eventuale prestito – e solo quello – alla musica. Keeley Forsyth è, al momento, una delle voci più necessarie a cui volgere l’orecchio. Maneggiare con cura.

(2022, The Leaf Label)

01 Fires
02 Bring Me Water
03 Limbs
04 Land Animal
05 Blindfolded
06 Wash
07 Silence
08 I Stand Alone

IN BREVE: 4/5

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