Una luna immensa e una strada infinita, richiamo evidente alle highways texane, campeggiano sulla fumettata copertina di Texas Moon. La seconda parte della fortunata collaborazione tra i musicisti texani e Leon Bridges che, dopo due anni, rinnovano il fortunato connubio. Segue ad un primo EP che era apparso assolato, groovoso, con ritmi dub/funk più corposi e così confacenti all’anima soul di Bridges, altrettanto bravo ad adattarsi ai tempi e ai suoni dei Khruangbin. “Texas Moon”, invece, sacrifica i ritmi più accelerati in favore di code strumentali più cupe e sognanti: Father Father e la conclusiva Mariella ne sono un esempio. Chocolate Hills, con i suoi echi à la Frank Ocean, esalta le doti canore di Bridges. Resta, però, un momento di raccordo con “Texas Sun”, ed è B-Side che squarcia la notte con il suo groovepsych-funk. Per molti “Texas Moon” apparirà come l’altra faccia della medaglia. Vero. Meno vero, invece, è che si tratti di un lato B. Entrambi gli EP suonano come principali, è solo un punto di vista diverso. Appurato ciò, non resta che farsi cullare dalle note di questo plenilunio texano.
(2022, Dead Oceans)
01 Doris
02 B-Side
03 Chocolate Hills
04 Father Father
05 Mariella
IN BREVE: 3,5/5