E’ cosa ormai cognita che il mondo, il genere umano, la farsesca saga iniziata con Adamo ed Eva, le mele ed i serpenti arriverà alla sua conclusione, alla sua epica conclusione il 21 Dicembre 2012. O meglio, è cosa cognita a chiunque ci creda, a chiunque creda nell’apocalittico scenario disegnato dai Maya con calendari e robe simili, che solo Zeus sa perché mai dovrebbe il mondo, che i Maya non li ha mai considerati di striscio, ascoltarli proprio adesso. Non sono d’accordo (o lo sono?) gli eroi di un tempo che fu, i Killing Joke, un baluardo di post punk sopravvissuto a molti dei propri eredi. Tornati alla formazione originale col precedente “Absolute Dissent” del 2010, i Killing Joke si appoggiano, con la consueta ferocia, sul calendario Maya per analizzare i tempi odierni da una prospettiva – prevedibilmente – anticapitalistica e che parla del 2012 non in termini di catastrofe apocalittica bensì di momento di drastico e violento cambiamento, nel plumbeo industrial delle trame di synth, chitarra e basso, accompagnati dal perfetto drumming midtempo di Paul Ferguson. Ma i Joke concludono la loro feroce analisi, che viaggia tra avidità, tematiche orwelliane (le oscure attività della FEMA, la quale – realmente – prepara nuovi campi in stile Guantanamo) e osservazioni ambientaliste, con la speranza che questo drastico cambiamento porti ad un mondo migliore per tutti. Tematica non originale, ne converrete con noi. Ciononostante, i ragazzi di Notting Hill riescono a farsi ascoltare con attenzione, come hanno sempre fatto; che poi chiamarli “ragazzi di Notting Hill” è un po’ come chiamare Pippo Baudo “il giovanotto di Militello”, dato che, anagraficamente, gli anni ci sono e non sono pochi. Ma chiamarli “ragazzi” viene spontaneo, perché l’entusiasmo, la noncuranza di pubblico, vendite, convenzioni e quant’altro li caratterizza oggi, a 50 anni suonati, come li caratterizzava 35 anni fa. Per capire di che pasta sono fatti questi “ragazzi”, basta iniziare l’ascolto di questo MMXII: quale miglior modo di aprire un album se non un mattone di nove minuti in un’orgia di riff e synth, con continui cambi di tempo che portano il midtempo new wave all’estremo del punk hardcore (Pole Shift)? Orge di riff (la ferocissima Fema Camp su tutte) sui quali si scaglia feroce Jaz Coleman, riff immersi all’interno di un mare di sintetizzatori, talvolta lenti e pesanti, talaltra debitori di Sir Lemmy Kilmister, sostenuti da una sezione ritmica che non necessita di alcuna presentazione. Insomma, i Joke, musicalmente parlando – e abbandonando la tematica che dà il titolo all’album – lungi dall’essere la pallida imitazione di sé stessi, cosa che accade non di rado nelle reunion di ex rivoluzionari, fanno semplicemente ciò che sanno fare meglio: ottimi album. “MMXII” spazia stilisticamente dal metal alla new wave di stampo gotico, all’industrial vero e proprio, al punk: semplicemente i Killing Joke, siori e siore.
(2012, Spinefarm)
01 Pole Shift
02 Fema Camp
03 Rapture
04 Colony Collapse
05 Corporate Elect
06 In Cythera
07 Primobile
08 Glitch
09 Trance
10 On All Hallow’s Eve
A cura di Nicola Corsaro