Era il 2001 quando due giovani ragazzi norvegesi di Bergen, all’anagrafe Eirik Glambek Bøe ed Erlend Øye, comunicavano le loro intenzioni con quel titolo paradigmatico: “Quiet Is The New Loud”. Sarà stata pure derivativa, ma una certa seminalità la si riscontrò in quel disco d’esordio, non a caso ne seguì una scena musicale, il new acustic movement, che fece propria quella mistione di intimità e melodia, con particolare attenzione alla scrittura e alle peculiari incursioni strumentali. Fingerpickinge armonie sempre più costruite, divenute poi delle instant classic, hanno accompagnato i dischi successivi, quattro – compresa quest’ultima uscita – pochi, per la verità, considerando i quasi venticinque anni di attività.
La durata del connubio è da riscontrare proprio nella personalissima ricerca di quiete fatta di distanze e progetti paralleli (The Whitest Boy Alive, Kommode), ma anche di costante contatto, senza sentire la necessità di forzare il processo creativo. Peace Or Love,appunto, segue “Declaration Of Dependence” dodici anni dopo; una gestazione lunga, pensata, che ha risentito di cambiamenti e nuovi luoghi di ispirazione – la Sicilia, su tutti, luogo in cui Erlend si è trasferito nel 2013 con la madre. Scritto e registrato tra la Sicilia, Berlino e la Norvegia, il quarto disco in studio dei Kings Of Convenience è un prontuario di quotidianità che risponde ad argomenti di un certo peso: Pace o Amore? Un’alternatività che è figlia delle scelte di vita fatte da Bøe e da Øye: la rincorsa dell’amore a discapito della tranquillità e, al contrario, la ricerca della pace rifuggendo dalle turbolenze dell’amore.
La struttura dei pezzi è fedele al passato: la cifra resta riconoscibile, non è alterata da sovrastrutture ritmiche o sonore e fluttua tra arpeggi intimisti e nostalgia persa tra le melodie che non disdegnano il ritmo. Si rinnova anche la collaborazione con la canadese Leslie Feist, amica di vecchia data del duo, che compare in due pezzi del disco – Love Is A Lonely Thing e Catholic Country – dopo la precedente apparizione in “Riot On An Empty Street” del 2004. Le armonie tenui dell’iniziale Rumours proiettano l’ascoltatore nel mondo sonoro dei norvegesi fungendo da recap: ricordare dove ci si è fermati per ritrovarsi e proseguire insieme. Gli archi di Rocky Trail danno quel tocco esotico che fin dagli inizi è stato un ponte tra le fredde sinestesie sonore scandinave e le ritmiche suadenti bossanova del Sud America.
Love Is A Lonely Thing, con Feist, è un brano dall’anima lo-fi che sussurra un’idea d’amore fatta di pazienza, passione ma anche di sofferenza, insomma antitetica al concetto di pace. L’eterea voce di Leslie Feist ritorna anche in Catholic Country che, invece, si smarca dai precedenti toni sommessi per abbracciare un groove manieristico, che fonde inserti bossa con accenni di ritmiche funk. Fever e Killers rappresentano la dorsale centrale del disco ma anche l’esemplificazione della tensione dialettica tra intimità (Peace) e sonorità più vivaci (Love) che attraversa concettualmente il lavoro del duo di Bergen. Song About It, unico pezzo del disco scritto insieme nel salotto siciliano di Erlend Øye, rallenta i battiti in favore di toni più dimessi e reconditi che preparano il terreno alla conclusiva e altrettanto intima Washing Machine.
La coerenza è un’arma a doppio taglio: una dote, talvolta, latrice di una visione consolidata del mondo e di quello che si fa; una deminutio, talaltra, che porta ad essere refrattari ai cambiamenti e alle evoluzioni. I Kings Of Convenience, invece, rappresentano un punto di contatto tra il pregio di essere consapevoli del proprio stile e la riluttanza a scegliere nuove forme sonore per raccontarsi. E “Peace Or Love” è proprio questo: un esercizio di stile necessario ed equilibrato che non si lascia travolgere dall’ebbrezza della novità.
(2021, EMI)
01 Rumours
02 Rocky Trail
03 Comb My Hair
04 Angel
05 Love Is A Lonely Thing (feat. Feist)
06 Fever
07 Killers
08 Ask For Help
09 Catholic Country (feat. Feist)
10 Song About It
11 Washing Machine
IN BREVE: 3,5/5