Il mondo pastelloso dipinto dai canadesi Kiwi Jr. non è certo nulla di sorprendente, né in termini di fonti d’ispirazione né in quanto a realizzazione pratica da parte del quartetto. Non lo era in “Football Money”, il loro esordio pubblicato nel 2020, e non lo è stato neanche in “Cooler Returns”, il disco che lo scorso anno li ha catapultati nell’ambiziosa galassia Sub Pop, una di quelle che può incidere in modo decisivo sul proseguimento di una giovane carriera artistica. Chopper è dunque la seconda fatica licenziata a stretto giro per l’etichetta di base a Seattle e, per l’occasione, Jeremy Gaudet e i suoi hanno messo in atto una bella rinfrescata alle linee guida del loro sound.
Se nei primi due capitoli della loro discografia, infatti, la dimensione slacker della proposta musicale risultava preponderante, con riferimenti neanche tanto velati a tutto quell’indipendente americano a cavallo fra Ottanta e Novanta, fatto di chitarrine jangle e piccoli hook pop, per il loro terzo lavoro in studio i Kiwi Jr. hanno optato per l’inserimento di un po’ di synth a bassa fedeltà al posto di gran parte delle suddette chitarrine. Complice la produzione del connazionale Dan Boeckner (già nei Wolf Parade e più di recente anche nelle fila degli Arcade Fire), gli inserti sintetici del disco fanno il buono e il cattivo tempo, veri protagonisti di “Chopper” in praticamente ciascuna delle dieci tracce.
La parte centrale del disco, ovvero The Extra Sees The Film e Contract Killers, è probabilmente l’esempio più lampante di questo cambio di passo che i Kiwi Jr. presentano con una certa nonchalance. Se da un lato è chiaro come l’utilizzo dei synth aiuti a sottolineare le venature più pop e leggere della musica dei canadesi (vedi i sei minuti della conclusiva The Masked Singer), dall’altro risulta anche abbastanza evidente come i Kiwi Jr. perdano un tantino di quella brillantezza indie che li aveva caratterizzati nei due album precedenti. Non un danno incalcolabile nell’economia della loro produzione, ma non si può non immaginare come avrebbe reso un pezzo come Parasite II se fosse finito su “Cooler Returns” piuttosto che in “Chopper”.
Sebbene in termini di percorso evolutivo vada considerato un po’ un mezzo passo indietro, “Chopper” conferma però le innate capacità dei Kiwi Jr. nel saper giochicchiare con le melodie e lavorare un certo tipo di atmosfere ricercatamente vintage, il che resta pur sempre il maggior punto di forza della formazione canadese, a prescindere da dove potrà portarli il passaggio attraverso questo loro terzo lavoro in studio.
(2022, Sub Pop)
01 Unspeakable Things
02 Parasite II
03 Clerical Sleep
04 Night Vision
05 The Extra Sees The Film
06 Contract Killers
07 The Sound Of Music
08 Downtown Area Blues
09 Kennedy Curse
10 The Masked Singer
IN BREVE: 3/5