Facciamogli immediatamente un encomio: si chiamano Labradors ma non sono, come parecchi altri, dei cani. Anzi. La band comasca, approdata all’insormontabile scoglio del secondo album, mette in cassaforte un lavoro kick-ass niente male, come pochissimi sono capaci nel bel paese.
È vero: il format – si direbbe in televisione – è vecchio di almeno vent’anni. Ma la notizia è che nulla, se fatto a dovere, puzza davvero di stantio. Così i nostri prendono seriamente la storia del power-trio e consumano, letteralmente, tonnellate di 90s a suon di Foo Fighters, Teenage Funclub, Weezer e compagnia bella. Il risultato è The Great Maybe, titolo azzeccatissimo che avrebbe ottenuto il pieno di estimatori a Los Angeles, intorno al 1995. Più difficile, certamente, raccogliere consensi in questo modo, in Lombardia, nel 2016. Eppure pezzoni come All I Have Is My Heart farebbero, ancora oggi, la loro porca figura dentro una cassetta TDK da regalare alla ragazza bionda conosciuta al mare (ok, va bene anche una playlist su Spotify). Dicasi lo stesso per Strangelove, Jasmine o Big Sure: tutto l’abecedario del power pop in questa, divertente release.
I Labradors siglano un’opera certamente estiva, dannatamente fresca, incorruttibilmente giovane e positivamente acerba, rubando quello che c’è da rubare con decisione e incoscienza. Li avremmo volentieri invitati, in tempi non sospetti, a giocare al Super Nintendo con noi. Ci limiteremo a sperare che quando servirà davvero, on stage, non perderanno questa verve da salvaguardare. Bravi.
(2016, To Lose La Track)
01 I Won’t Let Anyone Hurt You
02 The Great Maybe
03 Jasmine
04 Mario
05 Terrible Friend
06 Big Sure
07 All I Have Is My Heart
08 Paws
09 Strangelove
10 Someone Else
11 Tearing Up The Globe
IN BREVE: 3/5