Tra pubblicità di bibite gassate, apparizioni fumettistiche nei videogames, collaborazioni mangiadollari e flirt amorosi in stile hollywoodiano, Fred Durst era la bellezza di sei anni suonati che non metteva mano al nome Limp Bizkit per pubblicare qualcosa che rientrasse nella categoria “musica”. Questo Gold Cobra era sì atteso dai fan della band, ma in realtà anche da chi fan non lo è mai stato, giusto per la curiosità di capire come – nel 2011 – può ancora suonare una band in pista da metà anni ’90, tra molti alti e qualche basso. Da queste parti il nu-metal non è certamente mai stato il genere di casa, ma un personaggio eclettico come Durst e un chitarrista indubbiamente dotato come Wes Borland non possono essere presi sottogamba. E quindi, il rinnovato sodalizio fra i due (e tra tutti i membri originari della band, nuovamente insieme per il sesto capitolo della loro discografia) attira inevitabilmente l’attenzione degli addetti ai lavori. “Gold Cobra” è un album che, già a partire dal titolo e dalla copertina, non smentisce la tamarraggine tipica della band di Jacksonville, Florida. E anche musicalmente questo aspetto non viene meno, con la consueta irruenta “spocchia” marchio di fabbrica dei Limp Bizkit e un po’ di tutto il filone d’appartenenza: ritmi serrati (gran lavoro di John Otto alle percussioni), rabbia convincente (resta da valutare, al solito, quanto genuina) e una produzione tanto perfetta quanto eccessiva, ma proprio per questo appropriatissima. A parte un paio di episodi come la patinata Loser e la (semi)ballata Walking Away, l’album suona piuttosto uniforme nonostante le tredici tracce e i cinquanta minuti di durata, e consta al suo interno di almeno quattro o cinque brani che potenzialmente sono destinati a fare il botto: vedi Bring It Back, Get A Life, Douche Bag, Why Try o Killer In You, tutte tracce al fulmicotone che poco aggiungono al passato dei Limp Bizkit ma che dal vivo – e nelle classifiche – faranno pur sempre la loro figura, c’è da scommetterci. I Limp Bizkit sono tornati e l’hanno fatto bene, e in un periodo in cui anche gli alfieri del nu-metal, i Korn, se ne escono con porcherie, questa è pur sempre una buona notizia.
(2011, Interscope)
01 Introbra
02 Bring It Back
03 Gold Cobra
04 Shark Attack
05 Get A Life
06 Shotgun
07 Douche Bag
08 Walking Away
09 Loser
10 Autotunage
11 90.2.10
12 Why Try
13 Killer In You
A cura di Emanuele Brunetto