Prima una rispettabile carriera fatta di shoegaze, poi il boom commerciale a scoppio ritardato di “Hurry Up We’re Dreaming”, album del 2011 che fece storcere il naso ai puristi ma diventò un successo planetario grazie ad alcuni splendidi brani (“Midnight City”, “Outro”) presenti in un’innumerevole sfilza di spot e colonne sonore per il cinema: no, non sarà stato facile per i francesi M83 concepire un nuovo lavoro in studio ma, al netto di questa enorme attenuante, le aspettative per Junk c’erano tutte. Quando però lo scorso 2 Marzo la band pubblicò il primo estratto dal disco scese il gelo anche tra i più incalliti sostenitori della svolta commerciale di Anthony Gonzalez e soci: Do It, Try It (che oltre a essere il primo singolo è anche la opening track) risultò da subito un brano troppo brutto per essere vero, quasi una presa in giro con le sue incomprensibili linee melodiche.
Va sicuramente meglio con Go!, che dopo un primo ascolto sembra essere l’unica canzone a reggere il confronto con la qualità cui i francesi avevano abituato in passato: d’accordo, trattasi di ulteriore passo verso l’easy listening più radiofonico, ma il brano funziona davvero bene. Non si può purtroppo dire lo stesso per il resto del disco, pesantissimo da digerire nella sua incomprensibile lunghezza (ben 15 brani). Perché il punto è che con un po’ di mestiere (nove canzoni anziché 15, ad esempio) gli M83 avrebbero potuto attutire dignitosamente il colpo, e – giusto per fare un esempio – pezzi senza infamia e senza lode come Solitude, Laser Gun e Road Blaster sarebbero risultati più godibili e meno noiosi.
Ma se la stessa band ha parlato lo scorso inverno di un “album epico”, si capisce che le intenzioni erano proprio quelle: peccato che abbia miseramente fallito alla prova dei fatti. Anche stilisticamente è chiaro dove la band di Antibes voglia andare a parare (sempre più french touch, sempre più riferimenti agli Air), ma il risultato è assolutamente negativo e canzoni come la terribile Moon Crystal e la disastrosa Time Wind (cantata da Beck) sono lì a ricordarcelo.
Prima di derubricare “Junk” a fastidioso e interminabile esercizio di stile, è però il caso di provare ad ascoltare l’album almeno un paio di volte. Si potrà almeno scoprire la bellezza di un’altra manciata di brani (Bibi The Dog, la strumentale The Wizard) che pur non colpendo al primo ascolto (disorientarsi nel piattume sonoro è fin troppo facile) reggono benissimo alla distanza, aumentando così il rammarico per una tracklist sconfinata e insensata, figlia di tante idee confuse condite con un pizzico di delirio d’onnipotenza, che finisce per allontanare rapidamente l’ascoltatore. Che dire in conclusione? Gli M83 potranno tranquillamente campare di rendita, tra successi passati e illustri collaborazioni cinematografiche, ma per il futuro un grande bagno di umiltà non potrebbe che fare bene.
(2016, Naïve / Mute)
01 Do It, Try It
02 Go! (feat. MAI LAN)
03 Walkaway Blues (feat. Jordan Lawlor)
04 Bibi The Dog (feat. MAI LAN)
05 Moon Crystal
06 For The Kids (feat. Susanne Sundfør)
07 Solitude
08 The Wizard
09 Laser Gun (feat. MAI LAN)
10 Road Blaster
11 Tension
12 Atlantique Sud (feat. MAI LAN)
13 Time Wind (feat. Beck)
14 Ludivine
15 Sunday Night 1987
IN BREVE: 2/5