Magia, questo dischetto è pura magia auditiva, e potrei anche concludere qui questa recensione, ma mi tocca spiegare anche il perché. Il nome che sta dietro questi Mamiffer è tale Faith Coloccia, che strimpella in maniera sublime pianoforte, sintetizzatori e sample vari, nonché voce e qualche sparuta percussione qua e là. Prima di tale progetto, conosciuto qualche anno addietro con l’uscita di quell’altro meraviglioso parto, anche se un po’ acerbo, che è “Hirror Enniffer”, non avevo mai sentito nominarla, ma quel cd uscì per Hydra Head Records (casa discografica di tutto rispetto per quanto riguarda il materiale più sperimentale che la musica odierna ci propone) e decisi di dare un ascolto: fu così che l’amore prese piede. Cosa propone la ragazza in questo progetto è presto detto: post-rock, pianistico, elettronico, emozionale, psichedelico, penetrante fino agli anfratti più profondi dell’anima. A distanza di tre anni dal precedente lavoro, coadiuvata da nomi di tutto rispetto nel campo post e affini: Aaron Turner (voce, chitarra e mente dei compianti Isis) ed Eyvind Kang (violinista prodigio che nel campo dell’avanguardia ha collaborato con nomi del calibro di Mike Patton, Sunn 0))), Beck, John Zorn e chi più ne ha più ne metta), innalzano un’impalcatura sonora a dir poco entusiasmante, con un piano sempre in primo piano, elementi presi in prestito dall’avanguardia classica, dall’elettronica, persino dal prog e dal jazz, dalla musica spirituale e quasi tibetana (stupenda quella voce che al quindicesimo minuto della seconda mastodontica traccia rizza d’emozione la carne). Avanguardia post-rock, ecco come può essere etichettato il tutto; si fa carico di stasi piene di pathos, per poi costruire pian piano melodie pungenti ed emozionanti come solo i migliori Godspeed You! Black Emperor sapevano fare, dal nulla, dalla stasi all’ascensione spirituale e sovraccarica, dove vanno ad intersecarsi squarci di viola, violini, pianoforte, voci effettate, vocalizzi spirituali atti a seppellire per poi innalzare a miglior condizione l’anima di chi è in ascolto. Rispetto al lavoro precedente il minutaggio complessivo è ampliato a dismisura, presentando brani che oltrepassano persino la soglia dei venti minuti (la bellissima e cinematografica We Speak In The Dark che in tutta la sua maestosa durata presenta l’essenza magica di questo progetto), ma anche il songwriting ne giova parecchio, tralasciando alcune ingenuità troppo accentuate nel lavoro precedente per lasciar spazio ad una maturità stilistica e ad una personalità d’intenti e di fatti veramente spiazzante. Dalla prima all’ultima nota quest’ora di Musica con la M maiuscola emoziona senza far sentire nemmeno un passaggio a vuoto, niente di niente, bisogna soltanto lasciarsi andare, perché è tra queste lande che si sente quel tepore che ormai la musica tralascia troppo facilmente, quell’emozione, quella sincerità: è tra questi solchi che si capisce ed intuisce che la musica non potrà morire mai se esisteranno degli artisti così arditi, geniali e profondi. Dicevo magia, e lo ripeto. Ora chiudo qui, il cd è finito, ritorno accapo, premo play e mi faccio rapire nuovamente, non ne uscirò più, me lo sento, e son felice così. Meravigliosi!
(2011, SIGE / Conspiracy)
01 As Freedom Rings
02 We Speak In The Dark
03 lanket Made Of Ash
04 Eating Our Bodies
05 Iron Water
A cura di Lucio Leonardi