Mark Lanegan sta dando fondo ai suoi archivi, in apparenza inesauribili. Agli inizi dello scorso anno è uscita “Has God Seen My Shadow?”, antologia spalmata su due CD che racchiudeva molti classici nonché inediti e outtakes, opera imprescindibile per fan e completisti. Adesso è la Ipecac Recordings di Mike Patton a mettere su questa nuova raccolta di brani scritti e registrati nel periodo che va da “Field Songs” a “Bubblegum”. È il 2002, gli Screaming Trees hanno appena celebrato il proprio funerale e il cantante di Ellensburg si concentra esclusivamente sulla sua carriera solista, all’epoca già decollata.
Houston è un’istantanea che ritrae un Lanegan alle prese con spartiti minori ma all’apice della forma. Ci sono canzoni a noi familiari, su tutte una splendida versione di “Metamphetamine Blues”, il cui titolo qui è When It’s In You, e una scheletrica ma non meno accorata Grey Goes Black (che apparirà trasfigurata dieci anni più tardi in “Blues Funeral”).
Tutte le canzoni hanno arrangiamenti fatti e finiti, suoni eleganti ma non impettiti e tutto sembrano fuorché demo. “Houston” è un album di senso compiuto composto da gioiellini tipici del Lanegan-style come le splendide The Primitives, No Cross To Carry (una sintesi tra “Don’t Forget Me” e “One Way Street”), la campestre Two Horses.
Si prova una certa nostalgia di fronte a queste tracce e alla raffinatezza con cui Lanegan affrontava il songwriting fino a qualche tempo fa, anche perché il presente si chiama “Phantom Radio”, che è invero poca cosa.
(2015, Ipecac)
01 No Cross To Carry
02 Two Horses
03 When It’s In You (Metamphetamine Blues)
04 High Life
05 I’ll Go Where You Send Me
06 Grey Goes Black
07 The Primitives
08 Blind
09 Halcyon Daze
10 Nothing Much To Mention
11 A Suite For Dying Love
12 Way To Tomorrow
IN BREVE: 3,5/5