Viste a posteriori, le collaborazioni di Lanegan con Soulsavers e Bomb The Bass hanno lasciato un segno indelebile nella sua carriera solista. Sempre più distante dal folk-blues americano che gli ha consentito di sopravvivere all’ecatombe del grunge con rispettabilità da ogni dove, Lanegan mette le mani in pasta nell’electro-pop da un pezzo con risultati che lasciano perplessi. Oltrepassata ormai la soglia di rischio, il cantante di Ellensburg è finito nella zona-inflazione, onnipresente durante tutto l’anno con collaborazioni tra le più diverse e alcune anche di dubbia qualità. Ciò si riflette sulla sua vena creativa, con No Bells On Sunday un po’ alle corde.
Non ci sono canzoni di rilievo, eccezion fatta per Sad Lover, Lanegan lo sa, tant’è che la manda in avanscoperta come singolo. Certo, nulla a che vedere coi gioielli del passato, brano dalla melodia accattivante, radio-friendly fino al midollo, un po’ paracula che richiama Dandy Warhols e affini.
Per il resto, la title track è una languida ballad che fluisce come “Bleeding Muddy Water”, l’altro lentone Jonas Pep non regala nessun guizzo emotivo. Da un po’ di tono Dry Iced con la sua cassa continua, sottolineando la passione del nostro per la disco.
Che Lanegan, ora come ora ci sia o ci faccia non è dato saperlo, l’unico dato di fatto è che No Bells On Sunday poteva tranquillamente non vedere la luce, nessuno se ne sarebbe rammaricato. E non è finita qui, a ottobre arriva un nuovo lavoro su lunga distanza, sempre a firma Mark Lanegan Band, vedremo come si metteranno le cose.
(2014, Heavenly Recordings)
01 Dry Iced
02 No Bells On Sunday
03 Sad Lover
04 Jonas Pep
05 Smokestack Magic
IN BREVE: 2,5/5