Ci sarà qualcuno che se lo starà chiedendo. Qualcuno che si starà chiedendo se questo fosse un disco necessario. Qualcuno che starà dicendo che, in fondo, si tratta semplicemente di un live. Ci sarà qualcuno, qualcuno ci sarà di certo. Qualcuno c’è sempre. Qualcuno che storce il naso, che non riesce a seguire il discorso. Perché si tratta proprio di questo; si tratta di un discorso. Un discorso interrotto sette anni fa, un discorso ripreso, magnificamente, nell’estate del 2008. Un discorso che trova, in questo modo, la sua naturale congiunzione tra passato e futuro. Un discorso che passa, indiscutibilmente, da qui. Dai lunghi mesi durante i quali le parole e la musica dei Massimo Volume hanno ricominciato a viaggiare. Hanno ricominciato a tuonare. Hanno ricominciato a echeggiare, da Milano a Catania. Da Urbino a Salerno. Da Bruxelles a Bologna. Bologna, la loro città. Bologna, la notte dell’11 Ottobre – recita uno dei loro brani più conosciuti. Un’altra notte bolognese segnerà per sempre la carriera di Emidio Clementi, Egle Sommacal e Vittoria Burattini: il 7 novembre 2008, data in cui è stato registrato, in un’unica session e senza alcuna sovra-incisione, Bologna Nov. 2008, dinanzi ai mille spettatori dell’Estragon che d’ora in avanti diverranno migliaia. O forse più. Perché chiunque abbia amato questa band, chiunque abbia presenziato ad un loro concerto, chiunque abbia percepito il peso del loro ritorno sulle scene non potrà fare a meno di ascoltare le undici tracce che compongono quest’album. Undici tracce, selezionate tra oltre venti per cogliere al meglio l’essenza di un anno trascorso sui palchi di tutta Italia, di una carriera che cerca la propria sintesi attraverso quaranta minuti, e poco più. Attraverso una gemma che, finalmente, potrà essere ascoltata e riascoltata nella veste che le compete: Esercito di Santi. Attraverso alcuni tra i capitoli più emozionanti della discografia di uno dei gruppi italiani più seminali della storia. Attraverso un nuovo inizio, una nuova vita, un nuovo compagno di viaggio (Stefano Pilia), una nuova consapevolezza. E la stessa vecchia poesia che, come il buon vino, col tempo, raggiunge la perfezione. Ha poco senso perdersi in giudizi, perché sì: questo disco era necessario.
”Da qui ripartiamo. Senza volgere le spalle al passato e senza farci condizionare da esso, consapevoli di poter dire ancora la nostra” (Massimo Volume)
(2009, Mescal)
01 Atto Definitivo
02 Il Primo Dio
03 La Notte Dell’11 Ottobre
04 La Città Morta
05 Fuoco Fatuo
06 Per Farcela
07 Esercito Di Santi
08 Altri Nomi
09 Sul Viking Express
10 Qualcosa Sulla Vita
11 Or Oro
A cura di Michele Leonardi