C’è qualcosa di insindacabilmente irripetibile nell’accuratezza con la quale Max Richter riesce, apparentemente senza fatica alcuna, a centrare elegantemente ogni commissione gli venga affidata. E di lodi non si può ch’esser generosi e prodighi, perché quella del compositore anglo-tedesco è sempre, inequivocabilmente, modern classical al suo stadio più nobile: una scuola che ha ormai superato i vecchi Maestri del genere, consacrando lui in cima e gli altri – loro malgrado – inseguitori.
In Three Worlds: Music From Woolf Works, il sodalizio s’instaura col balletto – nel caso specifico col Royal Ballett – su un trittico di opere di Virginia Woolf coreagrafato da Wayne McGregor: “Mrs Dalloway”, “Orlando”, “The Waves”. L’opera apre i battenti con una delle rare incursioni radiofoniche della scrittrice – dunque con la sua voce, che lascia presto spazio alla meravigliosa In The Garden. Se la primissima parte del disco non si discosta parecchio da una certa intransigenza compositiva, la seconda (e ben maggiore) concede più che qualcosa alle sporcature elettroniche: per esplodere in tripudi d’archi (Transformation, The Tyranny Of Symmetry) e sistematicamente crollare in sitemi binari (Genesis Of Poerty, Possibles) prima di chetarsi definitivamente nel finale.
Dalla sobrietà per piano solo di Love Songs si passa alla lunghissima suite dedicata a “The Waves”: Tuesday – ventuno minuti di flusso di coscienza in costante e talvolta stagnante crescendo emotivo. In questi mesi avidi di novità significative, dunque, a far da padrone ci pensa il vecchio legame tra classica, letteratura e danza. Per la serie: l’alternativo è tuo papà.
(2017, Deutsche Grammophon)
01 Words
02 In The Garden
03 War Anthem
04 Meeting Again
05 Memory Is The Seamstress
06 Modular Astronomy
07 Entropy
08 Transformation
09 Morphology
10 The Tyranny Of Symmetry
11 The Explorers
12 Persistence Of Images
13 Genesis Of Poetry
14 Possibles
15 Love Songs
16 Tuesday
IN BREVE: 3,5/5