King Buzzo e Dale Crover sono ormai nella condizione di poter fare il diavolo che vogliono, con chi vogliono, quando vogliono. Sono passati indenni a quella drammatica era post-cobainiana, in cui le major credevano di poter ripetere il successo dei Nirvana pagando cifre astronomiche a qualunque gruppo Cobain avesse nominato in vita, salvo poi accorgersi che nessuno di questi faceva musica svendibile. Sono sopravvissuti all’era dei Killers e degli Arctic Monkeys, nella quale l’etichetta di “ruooock” venne (viene?) apposta su qualunque disco con le chitarrine. Sono sopravvissuti persino a sé stessi, ai propri incredibili esperimenti (“What’s the deal with these CDs where it just seems like you’re trying to screw me?” chiese notoriamente Mark Prindle in un’intervista a Buzz Osbourne, parlando di quel “Metal Machine Music” del 2000 che è “Colossus Of Destiny”). Eccoli qui, quindi, nella posizione di fare il diavolo che gli pare. Dopo tre dischi fenomenali con la “big hair, two drums line-up”, si dedicano al progetto Melvins Lite, trio composto dai due malefici eroi e Trevor Dunn, mostro di tecnica ed inventiva noto per aver fatto parte di Fantomas e soprattutto Mr. Bungle. Trio nel quale, nonostante di “lite” ci sia ben poco, hanno deciso di far usare le fruste a Crover e nel quale Dunn usa il contrabbasso, talvolta violentandolo con l’archetto, talvolta in maniera consueta. I suoni sono (minimamente) alleggeriti, ma l’introduttiva Mr. Rip Off fa comprendere all’ascoltatore che non è quello il punto: nonostante le fruste ed il contrabbasso, riesce ad essere ancora più inquietante del solito… e non è forse questo il meccanismo con il quale Tony Iommi e Ozzy Osbourne si avventurarono a creare i Black Sabbath? E, nonostante aperture luminose e quasi zeppeliniane riaffiorino anche in questo Freak Puke, momenti come Inner Ear Rupture lasciano intuire i “perché” di quest’album e di questa formazione. I Melvins, in ogni caso, fanno musica per divertire in primo luogo sé stessi, e si sente sempre: la cover di McCartney Let Me Roll It (qui diventata una gigante e cicciona canzone di stampo kissiano) e la lunga jam finale Tommy Goes Berserk sono divertite e divertenti. Con il risultato di essere riusciti a produrre l’ennesimo album g-r-a-n-d-i-o-s-o della sterminata discografia melvinsiana. Lunga vita a BuzzoCrover!
(2012, Ipecac)
01 Mr. Rip Off
02 Inner Ear Rupture
03 Baby, Won’t You Weird Me Out
04 Worm Farm Waltz
05 A Growing Disgust
06 Leon vs. The Revolution
07 Holy Barbarians
08 Freak Puke
09 Let Me Roll It
10 Tommy Goes Berserk
A cura di Nicola Corsaro