In realtà la firma è semplicemente MG, le sue iniziali che danno anche il titolo al disco. E l’aspetto non è di poco conto, dato che MG è anche metà del progetto VCMG che ha visto Gore in compagnia dell’amico ed ex-Depeche Mode Vince Clarke, un progetto votato all’elettronica, alla techno in modo particolare. Messe da parte le cover, Gore continua così a tessere trame interamente strumentali, divagazioni sintetiche lavorate magari inizialmente come intro e/o outro per la band madre e finite invece in questo “MG”. Se l’ispirazione è vicina a VCMG, la realizzazione è però molto distante, niente techno o cenni dance, tutt’altro. “MG” è un disco estremamente cinematografico, fantascientifico nelle intenzioni con quel sound glaciale che lo percorre da cima a fondo.
Non compare qui una sola parola né, soprattutto, la sei corde tanto cara a Gore, solo ed esclusivamente trame filmiche che spaziano dall’accompagnamento alle suggestioni, passando per virate industrial che donano quel tocco di cupezza che t’aspetteresti dal Gore dei Depeche Mode. Un esercizio di stile lungo quasi un’ora.
Nonostante sia difficile individuare un filo conduttore comune alle 16 tracce e nonostante la freddezza quasi aliena che queste trasudano, “MG” è un album che nelle vesti dell’esperimento nasconde il mastodontico talento del suo autore. Che poi sia anche un lavoro destinato inevitabilmente al ruolo di comprimario nella carriera di Martin Gore, è una circostanza storica che poco o nulla toglie al suo valore intrinseco. Per appassionati.
(2015, Mute)
01 Pinking
02 Swanning
03 Exalt
04 Elk
05 Brink
06 Europa Hymn
07 Creeper
08 Spiral
09 Stealth
10 Hum
11 Islet
12 Crowly
13 Trysting
14 Southerly
15 Featherlight
16 Blade
IN BREVE: 3/5