La parabola di Micah P. Hinson non ha mai regalato sussulti eclatanti, ma ha sempre attirato l’attenzione per la capacità del songwriter americano di farsi ponte fra il classico e il moderno modo di intendere il folk. Quest’ultimo Presents The Holy Strangers non fa differenza: ci sono episodi che richiamano un Johnny Cash d’annata (su tutte Lover’s Lane), sebbene gran parte del disco guardi al passato prossimo di Songs: Ohia o Vic Chesnutt, giusto per fare un paio di nomi. Hinson lega le quattordici tracce come fossero una sorta di soundtrack, con tanto di ottimi intermezzi strumentali che aiutano e non poco lo svolgimento della narrazione, ci mette una strumentazione vintage perfetta per il raggiungimento del risultato voluto e la solita prova vocale a metà fra la confessione e il fuori campo. Un’altra ottima puntata sul pianeta folk.
(2017, Full Time Hobby)
01 The Temptation
02 The Great Void
03 Lover’s Lane
04 The Years Tire On
05 Oh, Spaceman
06 The Holy Strangers
07 Micah Book One
08 The War
09 The Darling
10 The Awakening
11 The Last Song
12 The Memorial Day Massacre
13 The Lady From Abilene
14 Come By Here
IN BREVE: 3,5/5