Già a partire dalla copertina di questo La testa dentro, secondo album per la milanese Micol Martinez, s’intuisce come rispetto a “Copenhagen” (2010) ci siano dei raggi di sole a batterci sopra. I colori sono più luminosi, Micol in primo piano sorride, gioca con un labbro e indossa un cappello da picnic primaverile. Mentre l’esordio era piuttosto scuro, anche ruvido a tratti, immerso in tematiche parecchio forti e supportato da un impianto strumentale fumoso e gracchiante. Frutto probabilmente della produzione affidata a Cesare Basile, circostanza non confermata in questa nuova proposta discografica della Martinez (stavolta tocca a Guido Andreani e al confermato Luca Recchia). Un bene? Un male? Di certo la sporcizia folk marchio di fabbrica del cantautore catanese viene a mancare, e l’avevamo scritto anche a commento di “Copenhagen” di come la sua influenza si sentisse prepotente. Ma è proprio per questo che Micol, un po’ come il bruco che diventa farfalla, schiude le ali e mette in mostra se stessa molto più che nel recente passato. La sua femminilità dirompente non è adesso affidata unicamente alla voce, ma anche e soprattutto a strutture sonore che le calzano sinceramente a pennello. C’è più freschezza, più melodia e un sincero assecondare le proprie propensioni artistiche. La vena pop del singolo 60 secondi, più vicino a una Carmen Consoli d’annata che ai maestri folk cui s’ispira(va?) ripetutamente Micol, è una testimonianza chiara di quanto detto. Anche se l’impostazione prevalente resta quella prettamente acustica, chitarra e voce. La raffinatezza con cui parla d’amore, la sinuosità con cui si presta al canto e con cui affronta i trentasette minuti di durata dell’album, fanno invidia ad artiste ben più navigate. Dalla dimensione di semplice interprete a quella di cantautrice il passo è tutt’altro che breve. Micol Martinez con questo “La testa dentro” pare averlo definitivamente compiuto, con una naturalezza, una classe e un’eleganza che la attestano fra le prime (e più interessanti) donne del panorama cantautorale italiano.
(2012, Discipline)
01 Haggis (La testa dentro)
02 60 secondi
03 Questa notte
04 L’alveare
05 Sarà d’inverno
06 Nel movimento continuo
07 A filo d’acqua
08 Coprimi gli occhi
09 Un nome diverso
A cura di Emanuele Brunetto