Uno dei motivi che più ci spinge a seguire i gruppi rock italiani negli anni è quello di comprenderne le evoluzioni, vederli crescere assieme a noi e trovare in loro uno specchio che assume forme sempre diverse e sempre più adeguate in rapporto alla fase di vita in cui ci troviamo. È successo ai fan degli Afterhours, degli Zen Circus e sta succedendo anche coi Ministri.
Il trio milanese, dopo tre anni di assenza dalla scena, torna con Fidatevi, un album che è anche un consiglio per uscire da quel medioevo che così bene i Ministri avevano ritratto nel precedente “Cultura generale” (2015). Ma non lasciatevi ingannare dal titolo, la band non ha pubblicato il lavoro della “distensione” ma un disco emotivamente complesso e introspettivo. L’album si presenta come il tentativo di confidarsi, di dare voce alle proprie paure e inquietudini.
Ma la novità sta nell’atteggiamento: il trio non sembra più amareggiato o abbattuto, ma pare piuttosto voler prendere piena coscienza del brutto che ci circonda per trovare una via d’uscita che, forse, sta proprio nella fiducia, nel darsi agli altri. I testi esprimono un’accettazione della complessità che siamo: “Abbiamo troppe anime per avere un solo dio da scegliere”, cantano nella profonda Un dio da scegliere. “Fidatevi” è una seduta da uno psicologo in cui ci si ritrova a ricoprire allo stesso tempo il ruolo di paziente e quello di dottore.
È ora di esplorare i nostri Crateri, quelli che definiscono i vuoti nel rapporto con gli altri (non è un caso che la traccia d’apertura si chiami Tra le vite degli altri) e non c’è più spazio per scherzarci. ”Cosa hai da ridere?”, grida Divi. È tempo di fare i conti con se stessi.
Musicalmente, l’album è in piena continuità con gli altri lavori della band ma pare avere un respiro diverso. Non è un rock piatto, quello di “Fidatevi”, rimane crudo come sempre ma la tavolozza è arricchita di nuove tinte che aprono a inaspettate sonorità, ad esempio l’introduzione del violino di Mauro Pagani nella title track. Complessivamente, il nuovo disco dei Ministri è un progetto più maturo ed elaborato e riflettersi nell’evoluzione della band, mentre si diventa grandi, è davvero piacevole.
(2018, Woodworm)
01 Tra le vite degli altri
02 Fidatevi
03 Spettri
04 Crateri
05 Tienimi che ci perdiamo
06 Mentre fa giorno
07 Memoria breve
08 Usami
09 Un dio da scegliere
10 Due desideri su tre
11 Nella battaglia
12 Dimmi che cosa
IN BREVE: 3,5/5