È arrivato quel momento di inizio anno in cui tutti impazziscono per una release e già si parla di AOTY. Non esistono vie di mezzo, ci sono sempre i detrattori e chi fa ovazioni un po’ troppo estreme. Se l’anno scorso è toccato ai Black Country, New Road con il loro ottimo “Ants From Up There”, quest’anno è toccato ai Model/Actriz con il loro album d’esordio. Quindi, si può parlare veramente dell’album del 2023 con Dogsbody? No, per la semplice ragione che siamo a Marzo e ci sono ancora poco meno di nove mesi davanti a noi, ma sicuramente è, per lo meno per me, la release più interessante da Gennaio a questa parte.
Bisogna però ammettere che i Model/Actriz non sono degli innovatori, “Dogsbody” è un disco post punk/noise rock con una veste industrial in cui le loro influenze sono evidentissime lungo i trentotto minuti della sua durata. In molti si sono espressi sull’estrema somiglianza con altre band come se la cosa fosse un difetto, in particolar modo nell’accostamento con gli Xiu Xiu, somiglianza che, forse per mia stessa ignoranza, trovo vera solo fino ad un certo punto. Parafrasando il detto “noi siamo quello che mangiamo”, gli artisti musicali sono quello che ascoltano.
Fatta questa lunga premessa, “Dogsbody”, nonostante la sua natura, è un disco molto organico, non ci sono improvvisazioni particolari, le strutture sono abbastanza standard, valorizza i suoni molto incisivi, che danno poco spazio a momenti eterei e quando questi sono presenti sono funzionali all’oceano drammatico in cui la band vuole che l’ascoltatore si immerga. In tutto ciò possiamo dire che il disco presenta due anime, già dal primo ascolto ci rendiamo conto che quella più evidente proviene dal post punk e noise rock, si prenda ad esempio Crossin Guard, il basso, con un suono à la “Sound Of Silver”, il brano dell’omonimo album degli LCD Soundsystem,ritma la voce del frontman Cole Haden che si appoggia sulle alienanti e diaboliche chitarre il cui frastuono richiama alla memoria “You Won’t Get What You Want”dei Daughters e in generale tutto ciò che è derivativo delle produzioni di Albini. Il brano va in dissolvenza per continuare con Slate che per struttura e suoni sembra essere una sorta di parte due di Crossing Guard.
La seconda natura dell’album ricalca uno stile caro ad artisti come Scott Walker, più vicina quindi ad un cantautorato sperimentale che si riflette in tracce come Divers e Sleepless. Nella prima la drammaturgia del pezzo è data sì dalla voce quasi soffocata del frontman, ma anche da una strumentale in cui le pelli, se non per un momento in cui il pathos sembra aumentare, e i piatti sono quasi impercettibili, in cui l’organo rimaneggiato con il synth ben si amalgama con delle chitarre che svolgono un ruolo diverso da quello canonico, queste sono letteralmente una nebulosa oscura in cui navigano i diversi elementi. La seconda invece, nella sua malinconia, regala alti e bassi emotivi che ricordano molto un certo certo Arthur Russell di “World Of Echo”.
I Model/Actriz sono giovani e hanno una carriera davanti che è comunque partita con un ottimo disco d’esordio. Rispondendo ad una velata domanda fatta ad inizio recensione, possiamo dire che l’hype per questo album è giustificato? Sì. Anche se non è la vostra cup of tea, dategli un’opportunità.
— 2023 | True Panther —
IN BREVE: 4/5