I Moderat rientrano ormai in quella non assai nutrita schiera di artisti ai quali si concederebbe, più o meno, di tutto. Passi falsi inclusi. Merito dei loro precedenti capitoli, certo, ma anche – e forse soprattutto – delle rispettive, opposte carriere, della straordinaria resa dal vivo, degli sposalizi con altre arti (la settima, in special modo) scelti esattissimamente a dovere.
Chissà se il trio composto da Sascha, Gernot e Sebastian pensava davvero di arrivarci così, a questo III. In pompa magna, collezionando sold out in Europa e nel mondo, pronto per essere azzannato alla giugulare senza controindicazioni. Un passo falso, dicevamo, glielo si poteva anche concedere. Ma passo falso, fortunatamente, non è stato.
La terza creatura teutonica dei Nostri è probabilmente, infatti, la più compatta ci si potesse aspettare. Poche sbavature, identità precisa, pulizia e precisione. Eppure, purtroppo, una percentuale di rischio ridotta al minimo sindacale; con conseguente fiato corto sulla lunga distanza. Se Eating Hooks è un buonissimo opening in attesa di carburare, con Running si giunge subito al pezzo pesante della carrozzeria: vera bestia da live set, prossima traccia da santificare a encore in un futuro non troppo distante, unico autentico baluardo da dancefloor insieme al singolo Reminder.
C’è un’innegabile vena pop che, strisciando con decisione da “II” a qui, pervade l’anima della band come mai prima d’ora. Ci sono certo grossissimi pegni a Thom Yorke (fan accanito di lunga data) perfettamente riscontrabili nel corpus centrale dell’opera: da Ghostmother a The Fool. Se Finder rivela una certa – ottima – attinenza a Mr. Kieran Hedben, Intruder sembra quasi, nell’intenzione, una sorta di traccia sorella dell’arcinota “Bad Kingdom”. Stessa cosa, ahinoi, non può essere detta di Animal Trails ed Ethereal: senza dubbio gli episodi meno significativi della saga – assieme alla bonus track Fondle.
Tirando le somme, a malincuore, il progetto Moderat non riesce a bissare 2009 e 2013, pur mantenendo uno standard alto e una fattura produttiva con pochissimi eguali sul pianeta. Resta, a conti fatti, una saldissima terza uscita che va ad aggiungere carne sul fuoco dei già brucianti tour a venire. Basti o non basti questo, tutto sommato, si potrà già dimenticare sotto cassa.
(2016, Monkeytown / Mute)
01 Eating Hooks
02 Running
03 Finder
04 Ghostmother
05 Reminder
06 The Fool
07 Intruder
08 Animal Trails
09 Ethereal
10 Fondle (Bonus Track)
IN BREVE: 3,5/5