I Mogwai non sono più la band delle origini. Non c’è più traccia del loro percorso minimale, radicale, legato inevitabilmente all’underground di Glasgow e agli anni del post-rock ’90. Un combo che architettava bombe da far esplodere, rock da sfigurare, alchimie da sperimentare nel contesto di un lab tutto loro. Sono passati gli anni, il post-rock s’è sovraesposto e poi rinsecchito come un pomodoro al sole e una miriade di band “strumentali di ispirazione mogwaiana” ne hanno finito per scimmiottare (e screditare) il modo di concepire la musica: il sali-scendi, l’umore nero, il tocco cinematografico, il musicare film invisibili, che furono portati dagli scozzesi alla ribalta, finirono per divenire loop monotono e scocciante. Oggi, 2011, MOGWAI è divenuta una sigla, un marchio, “M style”. Ha spazzato via epigoni, cloni, scene. Anche i dischi seguono iter più “global”, visto che ormai i componenti della band vivono in continenti diversi (John Cumming a New York, Barry Burns a Berlino, gli altri tra Londra e la Scozia) e creano le loro canzoni a distanza con l’ausilio di software e altre diavolerie. Hardcore Will Never Die, But You Will è un album che racconta perfettamente il brand Mogwai nelle sue modificazioni degli ultimi anni. Un disco di epos, di grandi avventure sonore, inni elettronici (“alla New Order” come ha detto Stuart Braithwaite in un’intervista a NME). Il disco della corposità, in barba all’oscurità di “The Hawk Is Howling” del 2008 e al malessere della fine degli anni ‘90. Salire sull’auto Mogwai oggi è correre una gara di rally, sfrecciare tra le linee del deserto, partire per un viaggio post-rock senza ritorno, vivere vita e morte come un’unica grande esperienza. Death Rays, Rano Pano, Mexican Grand Prix, San Pedro hanno i muscoli e la velocità (oltre a un impianto elettronico tostissimo), Letters To The Metro, How To Be A Warewolf contengono il languore del nuovo secolo, Too Raging To Cheers gioca con i suoni orientali, You’re Lionel Richie parte con un parlato in italiano per snodarsi in una lunga storia emotiva. I crepitii non sono più prerogativa dei Mogwai, neanche quella strana voglia di nascondersi in pseudonimi e alternativismo. Oggi c’è l’hardcore, c’è la voglia di secolo, di storia, di forza. Mogwai ©.
Nota: Di “Hardcore Will Never Die, But You Will” è disponibile un’edizione speciale che include il brano “The Singing Mountain”: una suite di ventisei minuti ispirata al vulcano islandese Eyjafjallajökull che l’anno scorso con le sue eruzioni ha mandato in tilt il traffico aereo di tutta Europa.
(2011, Sub Pop / Rock Action)
01 White Noise
02 Mexican Grand Prix
03 Rano Pano
04 Death Rays
05 San Pedro
06 Letters To The Metro
07 George Square Thatcher Death Party
08 How To Be A Werewolf
09 Too Raging To Cheers
10 You’re Lionel Richie
A cura di Riccardo Marra