Grandi occhiali da vista, il viso di una ragazza nerd di provincia, acqua e sapone, questa è Nadia Reid, nuova scoperta del folk neozelandese cantautorale. Fiammata di aria pura che frequenta espressioni malinconiche, piccole visioni anti-folk che potrebbero seguire le linee stilistiche di certe First Aid Kit stratificate in Reaching Through e Seasons Change o l’ombrosità tenue di una Laura Marling in Track Of The Time e Holy Low, imbronciata, leggiadramente pensante.
Listen To Formation, Look For The Signs – questo il titolo del disco d’esordio – veste i panni morigerati della timidezza, una soffice poetica agra che vive di ricordi, parole e sogni frantumati, ma mai con la tara della pesantezza depressa, ma con quella volatile voglia di rinascere che si addolcisce e s’infuoca man mano che la tracklist snocciola i sui dieci brani all’ascolto, una miscela che stimola lo spirito e che fa di questa giovanissima autrice eroina unica arrivata in questo tempo opaco.
Clima confidenziale e squarci di verità si rincorrono come meteore, slide, chitarre e violoncelli danno la sensazione di impalpabile, ma poi lo slow di Some Are Lucky e il brivido frikkettone 60’s di Call The Days si riprendono lo “spazio aereo” per librare nelle verticali della vivida libertà.
(2015, Spunk / Scissor Tail)
01 Runway
02 Track Of The Time
03 Reaching Through
04 Holy Low
05 Just To Feel Alive
06 Seasons Change
07 Some Are Lucky
08 Ruby
09 Call The Days
10 Holy Loud
IN BREVE: 3/5