Proprio quando il mondo “a parte” del cosmo tagliente del punk è in fermento per la riunione delle Sleater-Kinney, come a suggellare questo straordinario avvenimento sono molte in America le band minori che ne riprendono le gesta e le “usanze”, quella tribalità ritmata che straccia tutto e ne rappresenta la parte più divinamente depravata. Tra tante questo debutto omonimo dei Negative Scanner, formazione di Chicago capitanata dall’ugola ossessa di Rebecca-Valeriano Flores, volutamente sgraziata, che tra lampi di Patti Smith e furori à la Nina Hagen aggredisce l’ascoltatore e lo induce al silenzio.
Il quartetto americano suona a blitz , brani veloci e lamettati che nel giro di una manciata di minuti – 27, quasi contati – espleta il proprio dovere di annientare qualsiasi cosa di riferimento alla calma, percussioni a catena, elettricità a dispersione massiccia e l’impronta oltraggiosa del punk urbano, contenitore di rabbia, apocalissi istintive e urgenze espressive dilanianti.
Tutto brucia, tutto ferisce qui dentro il caos sferragliante di Criticism, il singhiozzo nevrotico di C.P.D. e Planet Of Slums, le atmosfere indemoniate di Forget It o Pity, un giro sonico che marchia indelebilmente l’orecchio immolandolo a ripetuti click di repeat. Negative Scanner, il punk che destabilizza.
(2015, Trouble In Mind)
01 Ivy League Asshole
02 Criticism
03 Low
04 Gone Wild
05 C.P.D.
06 Would You Rather
07 Planet Of Slums
08 Saturday Night & Sunday Morning
09 Fans vs Wild
10 Forget It
11 Pity
IN BREVE: 3,5/5