Neil Young è autentico come il rombo di una vecchia automobile. Non troverete mai nella sua musica una, seppur minima, contraddizione. Non potrebbe, il buon Neil. Lui che da quarant’anni raccoglie nel suo garage ferraglie rock ‘n’ roll pronte ad essere lucidate e messe in strada proprio come la Lincoln Continental del ’59 di cui si vanta. Un viaggio lunghissimo, il suo, nelle highway del rock, ”con una Coca Cola in mano, nella terra della speranza, percorrendo la Route 66” come canta ironicamente in When Words Collide. Fork In The Road, ventinovesimo gettone in studio, è Neil che balla e canta davanti a una webcam con un panama in testa. Il videoclip, che dà faccia anche alla copertina del disco, mostra il musicista canadese in una forma smagliante e arzillo nei suoi sessantatre anni. E questo albo, che suona elettrico al 100%, che non cerca ruffianismi artistoidi, che non si vergogna della pelle un po’ rattrappita e bianchiccia che esce dai pantaloncini, che è blues, spremuta di chitarre e ritmo, cronaca di un’America dove ”il nero è nero, il bianco è bianco, sbagliato è sbagliato”, ma che poi ”sbagliato è giusto, verità è finzione, verità è bugia”, è un lavoro di puro entusiasmo, rifocillato dalla nuova era Obama e dalla ventata di fiducia che per musicisti come lui (e come Springsteen) vuol dire ossigeno. Prima dell’elezione di Barak, gli States si trovavano ad un bivio (“fork”): rassegnarsi o cambiare (detto all’americana). Ora che il presidente è lì alla Casa Bianca, Neil chiede un ulteriore sforzo: ritirare le truppe ”che sono ancora lì, nella fottuta guerra”, cantare canzoni che però ”non cambieranno il mondo” e rispettare la natura e le fonti di energia alternativa. Un disco in movimento, con il vento a spettinare i capelli. In viaggio, sulla strada, sfrecciando e lasciando indietro i problemi. Neil è felice, critico ma felice. Punge ma sorride, sgomma cantando, mastica tabacco e parolacce, suona la sua chitarra, si muove al blues. Ma nonostante tutto si ritrova sempre all’interno di una gabbia ben visibile. Il suo stato d’animo? ”There’s a bailout coming but it’s not for you”: “C’è una cauzione in arrivo, ma non è per te”.
Nota: Il disco è ispirato al LincVolt Project, un progetto di auto elettrica a cui ha partecipato insieme al pioniere del biodiesel Johnathan Goodwin, cui è dedicata Johnny Magic.
(2009, Reprise)
01 When worlds collide
02 Fuel line
03 Just singing a song
04 Johnny Magic
05 Cough up the bucks
06 Get behind the wheel
07 Off the road
08 Hit the road
09 Light a candle
10 Fork in the road
A cura di Riccardo Marra