Un approccio rilassato alla fase creativa del disco è stato probabilmente decisivo per la sua buona riuscita: il lungo e lento rodaggio live, grazie al quale la band ha approntato qualche correttivo in fase di produzione, è stato estremamente utile così come una tracklist abbastanza breve a dispetto della lunghezza dell’album (oltre 60 minuti). Ma queste componenti da sole non bastano a giustificare quello che rischia di essere uno dei casi musicali del 2015.
Che la musica completa dei New Order fosse di pregevolissima fattura si era capito dal magnifico primo estratto Restless, che però da singolo indizio non poteva costituire una prova schiacciante per la buona riuscita del disco. Invece, andando avanti con l’ascolto delle canzoni non si può che rimanere sorpresi dall’intatta verve creativa di Sumner e soci, che sembrano essersi fermati ai tempi dell’Hacienda. Singularity è un clamoroso esempio di synth rock con iniziali venature dark che precede il momento più dance dell’album: Plastic, Tutti Frutti e People On The High Line rappresentano infatti una piacevolissima e sfacciata rievocazione dei New Order più commerciali a cavallo degli anni ’80 e ’90. Irresistibile nello specifico il secondo brano del trittico, con un iniziale cantato/parlato nonsense in lingua italiana che fa da perfetta intro a un ritornello riuscitissimo, dove Sumner si fa aiutare da Elly Jackson dei La Roux.
Nell’inquietante Stray Dog a cantare (ma sarebbe meglio dire recitare) è addirittura Iggy Pop, che regala un’interpretazione da primo della classe. L’Iguana ci traghetta alla parte migliore del disco: Academic e Nothing But A Fool sono due diamanti pop che fanno capire come questo “Music Complete” segni il definitivo trionfo personale di Bernard Sumner nei confronti dell’ingombrante fantasma di Hook, del quale evidentemente i New Order possono fare tranquillamente a meno. La sempre straordinaria voce di Sumner canta melodie commoventi, delicate, che entrano in modo lento ma deciso nelle orecchie e nel cuore di chi ascolta: non è dunque peccato dilatare la classica formula strofa-ritornello fino a un minutaggio che sfiora gli otto minuti per brano.
Il disco potrebbe tranquillamente finire qua, invece regala ancora tre brani degni di nota: Unlearn This Hatred è un ottimo episodio dance prodotto da Tom Rowlands dei Chemical Brothers, The Game riprende brillantemente la malinconia avvertita in “Singularity”, mentre Superheated sembra una canzone dei migliori Killers (quelli dei primi due album, per intenderci) e non a caso vede ospite Brandon Flowers, che ai New Order deve addirittura il nome della sua band (vedere il video di “Crystal” per capire).
In chiusura, va fatta una doverosa considerazione: ascoltando e riascoltando questo riuscitissimo lavoro in studio, le polemiche riguardanti la pubblicazione del travagliato “Lost Sirens” fanno quasi sorridere, visto che era un disco composto dagli scarti del precedente “Waiting For The Sirens’ Call”. Entrambi gli album risultano infatti nettamente inferiori a “Music Complete”, disco grazie al quale Sumner, Morris e la Gilbert hanno scoperto di potercela fare tranquillamente da soli e meglio di prima. La vita è meravigliosa, non smette mai di sorprenderti, neanche alla soglia dei 60 anni.
(2015, Mute)
01 Restless
02 Singularity
03 Plastic
04 Tutti Frutti
05 People On The High Line
06 Stray Dog
07 Academic
08 Nothing But A Fool
09 Unlearn This Hatred
10 The Game
11 Superheated
IN BREVE: 4,5/5