Home RECENSIONI Noel Gallagher’s High Flying Birds – Black Star Dancing EP

Noel Gallagher’s High Flying Birds – Black Star Dancing EP

Prima del crollo delle vendite dei dischi, i tour erano organizzati con lo scopo di pubblicizzare e suonare un nuovo album: ormai ci troviamo nella situazione opposta, dato che si pubblicano dischi per poi poter andare in tour, essendo le esibizioni live l’unico vero grande business musicale del nuovo millennio.

Non sfugge a questa regola neanche Noel Gallagher, che con i suoi High Flying Birds si appresta a calcare le scene italiane per la terza estate di fila: una piccola – seppur significativa – novità discografica era dunque necessaria. Arriva sotto questi auspici il gradevole Black Star Dancing, un EP di cinque tracce dentro il quale Gallagher mette un po’ di tutto. La title track, innanzitutto: voluta per riprendere le vie sperimentali dell’ultimo lavoro sulla lunga distanza “Who Built The Moon?” (2017), marcando ancor più fortemente la distanza dalle classiche sonorità oasisiane, è un singolo che tutto sommato funziona, con un giro di basso difficile da dimenticare ma senza la forza trascinante di singoli passati come “Holy Mountain”.

La successiva Rattling Rose è una b-side a tutti gli effetti: prova a seguire lo stile malinconico di alcuni brani passati degli ultimi Oasis (ad esempio ci vengono in mente “She Is Love” e “Part Of The Queue”) con un risultato finale trascurabile. Il discorso cambia radicalmente con Sail On, meravigliosa ballad che si posiziona di diritto tra le migliori composizioni del Gallagher solista, a testimonianza di come il più anziano dei fratelli di Manchester abbia voluto divertirsi in libertà con questo EP, dove a completamento trovano spazio anche due inutili remix della title track.

(2019, Sour Mash)

01 Black Star Dancing
02 Rattling Rose
03 Sail On
04 Black Star Dancing (12” Mix)
05 Black Star Dancing (The Reflex Revision)

IN BREVE: 3/5

Karol Firrincieli
Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.